BRUXELLES. “L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea segna di sicuro un passaggio storico i cui effetti politici ed economici sono impossibili da prevedere. Bisogna prendere atto dell’esito del referendum e rispettare fino in fondo la scelta democratica compiuta dal popolo britannico. È il momento della riflessione e della responsabilità: isterie collettive e derive populiste non farebbero bene a nessuno in questa delicata fase.
L’Unione Europea deve ora gestire nel migliore dei modi il recesso della Gran Bretagna da tutte le istituzioni europee ma soprattutto deve saper rinnovarsi e recuperare la spinta propulsiva per rilanciare con forza un nuovo progetto di integrazione. È nel DNA dell’Europa superare i momenti di difficoltà e saper trovare le soluzioni giuste per invertire la rotta. Il voto di Londra ci dice che l’Unione Europea perde quando smarrisce la propria visione comune del futuro: un’unione di interessi economici non è ciò che vogliono i cittadini. Al tempo stesso il referendum britannico dimostra come tutte le deregolamentazioni e gli accordi ‘privilegiati’ sottoscritti in sede europea con la Gran Bretagna non siano serviti a creare una più stretta comunione di intenti.
Abbiamo dunque il dovere di raccontare un’altra Europa, con la convinzione che soltanto una Ue pienamente democratica, pacifica, inclusiva e solidale può reggere la sfida di un mondo sempre più globalizzato. L’esperienza inglese insegna che non è la somma dei singoli interessi nazionali a fare dell’Europa una vera Unione”.
Così Aldo Patriciello, europarlamentare molisano e membro del Partito Popolare Europeo, sull’esito del referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea