RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL CONSIGLIERE REGIONALE MASSIMILIANO SCARABEO.
La riforma della filiera saccarifera, prevedeva la riqualificazione industriale per gli zuccherifici che intendevano convertire la produzione verso altri settori (prevalentemente agro-energia e bio-combustibili), ad oggi, in Italia, diversi zuccherifici hanno chiuso, altri stanno convertendo gli impianti seppure con notevole ritardo e ciò comporta conseguenze anche per le aziende agricole specializzate nella coltura estensiva della barbabietola, con perdita di posti di lavoro. Nell’ultimo periodo, infatti, in Molise, la Cassa Integrazione è aumentata in maniera esponenziale, perciò, la salvaguardia dello Zuccherificio del Molise e quindi dei livelli occupazionali, alla luce della fine della Cassa Integrazione Straordinaria, del fitto di ramo d’azienda e, nel 2017, la cessazione del regime di quote zucchero, impone non soltanto una riflessione sull’attuale situazione dello stabilimento di Termoli, ma un immediato intervento, necessario per favorire la continuità aziendale.
Lo Zuccherificio è un bene di questa Regione, perché esso rappresenta un elemento importante del tessuto produttivo regionale, perciò, la situazione va osservata nella sua interezza. E, anche se i soldi pubblici devono essere sempre gestiti con serietà, oculatezza, la Regione Molise in qualità di proprietaria dell’azienda, è direttamente responsabile delle sue sorti. In casi particolari, come può essere il momento specifico con la crisi che sta attanagliando la nostra regione, essa può e deve intervenire anche in maniera straordinaria se occorre. Ciò non vuol dire un ritorno al passato con erogazione a più non posso di danaro pubblico, ma se esistono opzioni che ci indicano e ci consentono di trovare una possibilità di salvare l’azienda, è su quella base che bisogna lavorare per trovare la soluzione più giusta. Un dovere preciso di questa classe dirigente ad impegnarsi per trovare alternative che consentano di affrontare la questione in maniera più proficua, per i lavoratori diretti ma anche per l’indotto e le rispettive famiglie.”