Intervento in aula del Consigliere regionale, Massimiliano Scarabeo, sul Bilancio Regionale di previsione 2017 - 2019. Non votato in Consiglio per le seguenti motivazioni:
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL CONSIGLIERE REGIONALE MASSIMILIANO SCARABEO
Introduzione
Voglio iniziare questo mio intervento dal rapporto sull'andamento dell'economia molisana, presentato dalla Banca d'Italia per i primi mesi del 2016, dove è emerso che il quadro congiunturale per la nostra regione è pressoché inquietante.
La situazione registra ancora il ridimensionamento produttivo di alcuni settori trainanti dell’economia locale, pertanto a mio avviso, questo Bilancio Regionale di previsione, attualmente in discussione, che dovrebbe rappresentare la soluzione ai problemi legati alla crescita e allo sviluppo economico e sociale di un territorio, non incarna affatto i canoni necessari per una corretta programmazione del futuro del Molise.
Un’ occasione mancata per stilare un documento contabile capace di offrire aspettative e prerogative legate alla vera razionalizzazione dei servizi, all’ ottimizzazione delle risorse nei vari campi e ai fondi necessari da indirizzare ai settori produttivi.
In fase di verifica delle voci che compongono il Bilancio di previsione mi è parso complicato, quasi impossibile, capire quali vogliano essere le soluzioni che la Regione Molise e questo esecutivo intendono mettere in campo per affrontare le problematiche più importanti del momento ed iniziare a raccogliere i risultati per uscire, quanto prima, da una crisi senza precedenti.
Se questo documento contabile, continuerà ad essere il frutto di una programmazione tutt’altro che seria, redatto senza confronto alcuno in sede preventiva e soprattutto diffidando da quelle che sono le reali necessità dei cittadini molisani, allora posso affermare convintamente che non sarà possibile uscire dalla crisi.
Ritengo giusto il vero dialogo ed il coinvolgimento delle parti sociali e di chi intende collaborare affinchè il Bilancio Regionale sia sempre più rispondente alle esigenze della gente, parto proprio dalle considerazioni rappresentate da questi, per ribadire che il documento di previsione 2017-2019, non rappresenta quella testimonianza tanto attesa, per lo sviluppo e la coesione del nostro territorio.
Infatti, confrontando i dati appena citati con le richieste delle tante associazioni di categoria ed altre presenti in Molise, si evince come settori vitali dell’economia regionale quali, l’edilizia, l’agricoltura, il turismo, siano i comparti in cui la crisi si registra in maniera più virulenta.
E se a ciò, aggiungiamo anche i vari problemi di carattere sociale in cui sempre più molisani sono costretti a vivere quale diretta derivazione delle problematiche legate alla crisi economica in tali settori, il quadro che ne sortisce, diventa ancora più scuro.
La crisi globale, è vero, non ha risparmiato il nostro Molise, ma questo non deve continuare ad essere una giustificazione e, soprattutto, l’alibi per redigere un bilancio che non preveda una riorganizzazione e un miglioramento del settore economico-produttivo, per il rilancio di una sanità sana, seria e controllata, per la soluzione dei problemi legati alla scuola e alla cultura, per la salvaguardia e lo sviluppo del territorio, per le infrastrutture.
Non si intravedono, specifici e convincenti interventi per migliorare realtà che devono essere salvaguardate e potenziate come
le zone interne, con tutte le problematiche annesse ma con peculiarità che potrebbero, anzi dovrebbero essere maggiormente sfruttate;
i giovani, che potrebbero essere imprenditori, seppur piccoli, di se stessi in Molise, invece di emigrare a fare gli operai e i dipendenti per altri;
l'agricoltura e il turismo che avrebbero bisogno di maggior attenzione al fine di operare quel salto qualitativo che, oltre all'immagine, porti al Molise un ritorno economico, come l' agricoltura e il turismo, settori nei quali, si investe sempre meno;
L'ambiente, che continua ad essere deturpato e dove il bilancio di previsione, non assicura certo i finanziamenti che dovrebbero servire alla sua salvaguardia, e per mettere a frutto quello che il territorio può dare e quello che di buono si dovrebbe fare.
Ribadisco che questo bilancio, purtroppo, non contempla un incremento dei finanziamenti per questi settori, e di certo non rappresenta la soluzione dei difficili problemi del presente delle famiglie molisane.
Non ci sono risorse proprie regionali legate agli investimenti, ed è noto, invece, il forte incremento dell’extra deficit sanitario, che seppure importante, non può condizionare il Bilancio tanto da limitare i necessari interventi per l’occupazione, la politica industriale e di formazione, della coesione sociale.
Un documento che così com’è, non punta alla crescita ma trascura anche le emergenze del presente, viste le numerose richieste che continuano a giungere dalle diverse associazioni di categoria: quelle del settore edile che si lamentano dei mancati pagamenti.
Non si comprende la discrasia tra l’importanza che la Regione da al settore edile, quale comparto trainante dell’economia molisana e l’incapacità di porre le imprese nella condizione di andare avanti offrendo occupazione.
Si parla di investimenti per le infrastrutture, eppure le imprese edili molisane, rimarcano le difficoltà che hanno per tirare avanti, e che molte di loro vivacchiano grazie agli appalti ottenuti fuori dal Molise.
Se la priorità assoluta è far ripartire il lavoro, occorre attivare subito tutte le possibili sinergie perché le attività delle costruzioni e quindi quelle dell’indotto, abbiano impegni precisi e tempi certi per le gare d’appalto e per i pagamenti.
Diventa quindi indispensabile, e mi pare che il Bilancio in discussione non lo preveda in maniera adeguata, elaborare strategie capaci di ristrutturare il sistema economico e industriale, mirando a risolvere le problematiche sociali e accelerando la definizione di obietttivi capaci di affrontare le criticità dell’economia locale.
Ciò favorendo quelle azioni idonee a far fronte alle emergenze derivanti dalla riduzione dei consumi che agricoltori, commercianti, imprenditori, artigiani, registrano quotidianamente.
Abbiamo bisogno di misure in grado di favorire il percorso di crescita di cui si ha estremamente bisogno. Quando si parla di economia, occupazione, ripresa, il riferimento va principalmente al settore industriale, dimenticando che altri e altrettanto importanti comparti possono dare benefici all’economia regionale.
Tra questi vi è quello legato al turismo. Negli anni, in realtà, la politica non ha supportato adeguatamente questo comparto, nonostante le disponibilità finanziarie in suo favore erogate dall'Europa.
Poiché ho sempre ritenuto che il turismo sia l’espressione migliore del nostro ambiente, territorio, arte, storia e cultura, la sua valorizzazione e promozione, rappresenta il futuro di questa Regione.
Sono, perciò, sempre più convinto che bisogna cambiare rotta e bisogna migliorare le aspettative strettamente correlate a questo settore, ancor di più se consideriamo che le scelte fatte nel passato, non solo hanno compromesso le condizioni di vivibilità del territorio, ma hanno reso sempre più isolati i centri minori e le aree interne.
Ma, se col Bilancio Regionale in discussione, il turismo, che può dare molto a questa Regione, si continua a finanziarlo esclusivamente con investimenti esigui e una tantum, tali da evidenziare lo scarso interesse della politica per ciò che esso riesce a dare solo grazie all’iniziativa privata, si comprende che non c’è volontà vera nel ritenerlo uno dei volani di sviluppo per il territorio e l’economia regionale.
Conclusioni
Insomma, che la crisi non sia finita, è sotto gli occhi di tutti, per questo, mi sarei aspettato che non venisse fornito un documento contabile che di nuovo non dice nulla, e per di più facendolo passare come lo specchio di un'azione politica regionale sana, efficiente e lungimirante.
Mi sarei aspettato un punto di arrivo capace di dare le giuste risposte a quello che di concreto non è stato fatto finora capace di fornire, attraverso il Bilancio, un programma che sapesse affrontare temi importanti, che non facesse intravedere una politica miope e lontana dalle reali esigenze dei molisani.