“Nessun dirigente del Pd mi ha contattato dopo la vicenda provinciale ed il ricorso vinto da Di Pasquale che mi ha scalzato da via Berta”.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA NICOLINO COLICCHIO.
CERRO AL VOLTURNO – ISERNIA. Ho aderito ad Articolo UNO – MDP e non potevo fare scelta diversa. – commenta Nicolino Colicchio. Perché in questo movimento ho ritrovato tutte le ragioni del mio impegno politico. Da quando è nata questa nuova forza politica sento che la mia passione e la mia militanza hanno di nuovo un senso. Purtroppo in questi ultimi anni è stato il Partito Democratico a lasciarci, a tradire le ragioni che ci avevano con grande entusiasmo spinto a creare quel soggetto politico che avrebbe dovuto dare una casa ed una prospettiva a tutti i progressisti d’Italia. Quel progetto è fallito, tantissimi iscritti e ancor più tanti elettori sono stati traditi dalle politiche scellerate che il Governo Renzi in quasi tre anni ha portato avanti. Ne cito solo alcune, le più significative: il jobs act, la buona scuola, la riforma della pubblica amministrazione, la riforma costituzionale.
Le cose fatte che non ho condiviso sono diventate negli anni più numerose di quelle che ho approvato, quindi questa mia scelta è stata praticamente inevitabile nel momento in cui sulla scena politica ha preso corpo e forza questo nuovo soggetto politico che è nato con l’intento di costruire una sinistra rinnovata, aperta e progressista. Una sinistra con una visione lungimirante che non cerchi consenso immediato con slogan o bonus ma che abbia l’ambizione di costruire le condizioni per garantire a tutti una vita più dignitosa in un mondo più equo. Sul piano locale non posso poi non fare qualche considerazione. Si è in un partito perché si sceglie di far parte di una comunità ed in una comunità uno dei valori imprescindibili è la solidarietà. Nelle scorse settimane il Tar ha accolto il ricorso presentato da Di Pasquale ed ha quindi annullato la mia elezione in Consiglio provinciale, almeno fino a quando anche il Consiglio di stato si sarà espresso. Ebbene, durante tutto questo periodo e anche dopo la sentenza non c’è stato nessuno, ma proprio nessun dirigente del PD, a partire dal Segretario regionale, che abbia sentito il dovere di contattarmi. Se ricoprivo quel ruolo lo facevo come esponente del Partito Democratico e non certo a titolo personale. Insomma le ragioni sono innumerevoli e profonde ed oggi, finalmente, mi sento di nuovo a casa.