Giornata da ricordare, quella di ieri, per il MoVimento 5 Stelle e l’intero Molise, con il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ospite a Rocchetta a Volturno del convegno storico-militare “Monte Marrone 1944-75° anniversario della rinascita dell’Esercito Italiano”.
L’evento, organizzato dal Museo Internazionale delle Guerre Mondiali in collaborazione con il Comune di Rocchetta e patrocinato dal Senato della Repubblica grazie all’impegno diretto del portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle e membro della Commissione Difesa Fabrizio Ortis, ha visto la presenza di numerose autorità militari delle varie Forze Armate, autorità religiose e civili, locali ed extraregionali. Per il Movimento non hanno fatto mancare la loro partecipazione la vicepresidente della Commissione Difesa a Palazzo Madama, Daniela Donno, giunta in Molise dalla Puglia, oltre ai portavoce molisani al Senato Luigi Di Marzio, alla Camera Rosalba Testamento, alla Regione Molise Angelo Primiani, Fabio De Chirico e Vittorio Nola e al Comune di Campobasso Paola Felice, Simone Cretella e Roberto Gravina.
Al centro del dibattito, il tema della rinascita dell’Esercito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, con la battaglia di Monte Marrone del 31 marzo 1944 e giorni seguenti che ebbe un’importanza cruciale per le sorti della campagna d’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Si trattava, come spiegato con dovizia di particolari dagli illustri relatori del convegno – i professori dell’Università degli Studi del Molise Giuseppe Pardini, direttore scientifico del Museo Internazionale delle Guerre Mondiali, Giovanni Cerchia e Matteo Luigi Napolitano, oltre al professor Virginio Ilari della Società Italiana di Storia Militare, al tenente colonnello Emilio Tirone dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e al presidente dell’Associazione storico-culturale 1943-44, Duilio Vigliotti – di un presidio chiave che ha consentito agli Alleati angloamericani, dopo essere stato espugnato e sottratto ai tedeschi arroccati lungo la linea Gustav, di aprirsi la strada lungo la piana di Cassino, raggiungere Roma e proseguire la campagna di liberazione, non senza un importante tributo di sangue.
Episodi storici ancora troppo poco conosciuti: di qui l’importanza di avere un Museo come quello di Rocchetta a Volturno, struttura contenente cimeli originali unici al mondo di cruciale importanza storica-militare, che si regge unicamente sulla passione, sulla volontà e sul lavoro degli associati, dei promotori e dei soci fondatori, impegnati quasi 24 ore su 24 a tramandare ai visitatori la memoria di ciò che c’è stato in quei luoghi. Un autentico gioiello, quello del Museo Internazionale delle Guerre Mondiali, apprezzatissimo dal Ministro Trenta durante la visita guidata a margine del convegno.
Da parte del senatore Ortis, prima di ogni cosa, i dovuti ringraziamenti al sindaco di Rocchetta, Teodoro Santilli, che ha ospitato l’evento, a tutti i qualificati relatori e, in particolare, ai curatori della giornata, che hanno saputo coinvolgerlo nell’organizzazione con la loro passione: dall’avvocato Duilio Vigliotti, a Gionny Capone e Filippo Sparacino, fino a tutti gli studiosi gravitanti attorno al convegno e, in particolare, al suo ideatore, il dottor Antonio Salvatore.
“Grazie a loro – così il portavoce al Senato del MoVimento - ho avuto l’opportunità di conoscere da vicino questo splendido Museo, di cui mi sono innamorato subito, e dare un nome ai protagonisti di eventi sepolti nel passato che hanno attraversato la storia della nostra Regione, che tanto ha dato durante le Guerre mondiali. Da quegli avvenimenti terribili è rinato uno Stato, una democrazia viva, vera, spinta da valori di pace e libertà. Figlio del Corpo Italiano di Liberazione e reduce di una pagina buia per il nostro Paese, l’Esercito italiano, fin dalla sua fondazione, si batte per difendere l’alto principio costituzionale secondo il quale l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. È stata, davvero, l’aurora di un giorno migliore, come ebbe a dire il generale Utili nella famosa frase utilizzata anche come sintesi di questa giornata di studi. Il mio invito, oggi, è quello di visitare il museo, di tornare, portando con sé i propri figli, i ragazzi che solo nello studio possono alzare il velo della Storia e scoprire il passato, imparando da esso. Solo così una società può crescere, migliorarsi e puntare a un futuro migliore, un futuro più luminoso”.
Quanto al Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta non ha mancato di sottolineare il valore della pace, in particolar modo pensando alle giovani generazioni: “Ricordare gli effetti della guerra sulla vita di intere generazioni credo sia fondamentale per noi – queste le parole del Ministro durante il suo intervento - per noi politici soprattutto, che abbiamo la responsabilità di non ripetere nel presente gli errori del passato. Ricordo a me stessa, in ogni momento, che la pace non è mai scontata e non va data mai per acquisita, va mantenuta e promossa con le nostre scelte responsabili di ogni giorno. La memoria, quindi, è un dovere che sento profondamente, non solo come rappresentante del Governo ma come cittadina innanzitutto. Ai combattenti di Monte Marrone, a tutti i caduti, a tutti gli italiani che dopo l’armistizio dell’8 settembre spesero la propria vita per restituire all’Italia l’onore e la dignità che sembravano perduti, oggi diciamo a gran voce: grazie. Un grazie sentito per i doni preziosi della libertà, della democrazia e della giustizia che ci hanno lasciato in eredità. Libertà e la democrazia vanno sempre sostenute, perché la storia insegna che nulla è scontato. Onore, coraggio, pace sono gli stessi ideali che accomunano tutti i militari che, oggi come allora, sono al servizio del Paese per garantire i bisogni primari di libertà e di sicurezza sebbene in un mondo molto più complesso. Oggi sono cambiati gli scenari geopolitici, è cambiato il modo di fare la guerra, sono cambiate le minacce, il centro di gravità si è spostato verso la popolazione civile, che ora più che mai ha bisogno di tutela durante i conflitti armati. A volte – ancora il Ministro della Difesa - pensiamo ai conflitti degli altri come cause dei nostri problemi. Pensiamo alla Libia perché magari domani arrivano più immigrati, ma non sappiamo qual è la situazione in Libia in questo momento. Questi eventi sono importanti perché ci fanno riflettere sulle vere responsabilità e non solo sulle ricadute di alcune conflitti. Oggi i nostri militari sono impegnati in 134 missioni e ce ne sono un po' anche in Libia. Missioni internazionali in 24 differenti Paesi, non solo per la nostra sicurezza ma per tutti quei popoli che ancora oggi, nelle aree più disparate del mondo, lottano contro violenza, discriminazione e sopraffazione. È questa la nostra sfida per dimostrarci degni di quello che i combattenti della resistenza e della guerra di liberazione ci hanno consegnato. Dobbiamo contribuire a costruire un mondo migliore, inclusivo e giusto, perché i conflitti non nascono per motivi militari, nascono come conflitti sociali, nascono come povertà, nascono come ingiustizie ed è lì – ha concluso - che bisogna lavorare”.