Personale della Squadra Mobile ha denunciato all’Autorità Giudiziaria 5 persone (2 donne e 3 uomini), di cui una coppia di coniugi, tutti responsabili di stalking.
Un primo caso riguarda condotte di reato perpetrate anche in presenza di minori da una coppia di coniugi: vittima l’ex moglie dell’uomo.
L’attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile ha consentito di riscontrare a carico dei due coniugi residenti in provincia, d’accordo tra loro, una condotta lesiva consistita per la donna nell’inviare, tramite social network, messaggi dal contenuto ingiurioso nei confronti della ex consorte dell’attuale compagno e nell’inveire contro di lei e contro i figli ogni volta che li incontrava per strada. L’uomo invece minacciava ripetutamente la ex moglie anche quando questa era al lavoro.
Ai due è stato contestato il reato di atti persecutori in concorso.
Il secondo caso riguarda una donna 50enne residente in una provincia limitrofa: gli agenti hanno accertato che la stessa inviava ripetuti messaggi sull’utenza della vittima, attuale fidanzata del suo ex compagno, contenenti insulti e minacce. Non paga di ciò, si era presentata più volte sotto casa della donna e dei parenti di questa, profferendo frasi minacciose tanto da costringerla a cambiare ripetutamente abitudini di vita e ad andare a dormire dalla madre, evitando di uscire da sola o di frequentare locali abitualmente frequentati dalla stalker. La stessa è stata denunciata per atti persecutori.
Un terzo caso riguarda uno straniero 31enne, residente in provincia, che non si rassegnava alla conclusione di una storia d’amore con una connazionale.
Telefonava ripetutamente alla donna, ex convivente, e non aveva esitato ad introdursi nella sua abitazione (di cui aveva ancora le chiavi) di notte, minacciando di farla sottoporre a un rito WUDU se non avesse riallacciato la relazione sentimentale, e seguendola nei suoi spostamenti quotidiani.
Anche per lui, i poliziotti hanno formulato l’accusa di stalking, ai sensi dell’art 612 bis c.p. L’ultimo caso riguarda le offese e le minacce reiterate da parte di un vicino di casa di 30 anni che esasperavano due coniugi, residenti nel centro storico di Isernia, i quali si sono rivolti alla Polizia di Stato.
L’attività d’indagine svolta ha consentito di riscontrare reiterate azioni delittuose consistenti nell’urlare contro la signora, nel mentre si trovava all’interno della sua abitazione o fuori la stessa, frasi minatorie udibili anche dai passanti. Anche il marito veniva costantemente minacciato appena si affacciava al balcone. Le azioni moleste avevano cagionato un grave stato di ansia e di paura, specie nella signora, costringendola a cambiare le proprie abitudini di vita, in particolare a non uscire più da sola, chiudersi dentro casa a chiave e rincasare presto la sera.
Al vicino di casa molestatore, di origini straniere, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini per stalking e minacce.
La Squadra Mobile di Isernia, su impulso del Questore Roberto Pellicone, in continuità con il lavoro svolto precedentemente a tutela di soggetti quali donne e minori, specie se vittime di reato in contesti di violenze di genere e familiari, ha dato un’ulteriore spinta alle attività di repressione di reati commessi nell’ambito della famiglia, a seguito della entrata in vigore della legge n. 69 del 2019 (c.d. Codice Rosso), assicurando in breve tempo all’Autorità Giudiziaria gli elementi utili per l’emanazione di avvisi di conclusione delle indagini a carico delle 5 persone denunciate. La normativa di riferimento, infatti, prevede che l’Autorità Giudiziaria sia immediatamente avvisata allorché si venga a conoscenza, anche a seguito di denuncia, di una serie di determinati reati, quali ad esempio i maltrattamenti in famiglia e le condotte di stalking, in modo da consentire alla stessa autorità di impartire alla polizia giudiziaria le direttive ritenute opportune per giungere nel più breve tempo possibile all’individuazione dei responsabili e richiedere al GIP, se del caso, i provvedimenti cautelari necessari per impedire il protrarsi di questi odiosi reati.
Fondamentale il contatto empatico instaurato da subito dagli agenti specializzati nel settore con le persone che hanno presentato denuncia negli uffici della Questura.
Raccolti i primi essenziali spunti investigativi, il personale della Squadra Mobile ha provveduto, anche con l’ausilio di strumentazioni tecnologiche, a ricercare gli elementi necessari per ricostruire il quadro indiziario a carico delle persone indagate.