RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA MOVIMENTO CINQUE STELLE MOLISE
L’approvazione della mozione a firma del MoVimento 5 Stelle sui bandi di assunzione per i dirigenti regionali rende giustizia ai sindacati che in questi giorni ci hanno affiancato nella denuncia di avvisi pubblici con seri profili di illegittimità e a tutti i cittadini che vogliono avere le stesse possibilità di chiunque per concorrere a quei posti.
Quella di oggi è solo l’ennesima riprova del fatto che Toma è ormai solo al comando con i suoi fedelissimi, è andato ancora una volta sotto nella votazione e ha ricevuto una formale sfiducia in aula di Consiglio, per ora, sulla questione relativa ai bandi.
Già nelle scorse settimane avevamo sottolineato ben sette presunti vizi di forma riguardanti le Determine dirigenziali n. 97 e n. 98 del 08/10/2019, a firma del Direttore del III Dipartimento: la prima riservata al personale dipendente di ruolo della Regione Molise, finalizzato alla progressione verticale di carriera; la seconda riguardante un concorso, per titoli ed esami, per assegnare 10 posti da dirigente dell’amministrazione regionale, di cui 5 riservati al personale interno.
Bandi, tuttavia, viziati da diverse irregolarità, a partire dalla mancate pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il dirigente del III Dipartimento ha parlato di procedura regolare, ma quindi non si capisce perché dopo le denunce pubbliche, carte alla mano, abbia dovuto predisporre un’altra determina per pubblicare l’avviso in Gazzetta Ufficiale e riaprire i termini, seppur salvando le domande già pervenute. Tutto risolto, si dirà. Neanche per sogno. Sappiamo bene, infatti, che l'indizione di un concorso coincide esattamente con la pubblicazione dello stesso in Gazzetta. Quindi, se un concorso non è stato ancora indetto, non possono esserci concorrenti, dunque non si comprende come possano ritenersi salve le domande già pervenute. Questi concorrenti hanno presentato domanda per un bando che formalmente non era stato ancora indetto e che, peraltro, è stato sostanzialmente modificato dalla nuova determina n.115 del 25/10/2019. Ma non solo.
Avevamo ricordato al dirigente che il regolamento regionale n. 3 del 2003 prevede almeno due prove scritte e un colloquio, mentre l’avviso parlava di una sola prova scritta. Ora, invece, viene specificato che la prova scritta sarà articolata in due distinte prove, una teorica e l’altra “di ordine pratico”.
Ancora: risulta non conclusa la procedura di mobilità ai sensi dell’art 34 bis del Decreto legislativo 165 del 2001 per il personale della pubblica amministrazione collocato in disponibilità biennale. In questo caso la legge prevede che la copertura di posti messi a concorso sia subordinata all’esito negativo della suddetta procedura, pena la nullità delle assunzioni. Oggi, invece, proprio il governatore Toma ha parlato di procedura di mobilità ancora in corso.
Di più: l’articolo 26 del Regolamento regionale, che disciplina l’accesso alla qualifica dirigenziale, non contempla il concorso ‘per titoli ed esami’ previsto in questo caso.
Non solo. Il nuovo Statuto regionale vincola l’amministrazione regionale all’individuazione dei ruoli e dei profili professionali necessari a determinare i nuovi assetti organizzativi, sulla base dei quali è possibile individuare risorse e criteri di scelta. Ma a tal proposito, l’art. 10 del bando, riferito alla ‘Commissione giudicatrice’, non richiama alcuna normativa ad hoc quindi non pare in linea con il dettato normativo anche perché lascerebbe troppa discrezionalità al dirigente.
Infine l’art. 12, sulla ‘Valutazione aggiuntiva dei candidati’ ai fini della valutazione dei titoli, non è conforme alle previsioni del Dpcm 78/2018 che stabilisce titoli ben precisi e non lasciati alla discrezionalità del dirigente.
Alla luce di tutto questo la nostra mozione approvata impegna il presidente ad attivarsi “al fine di procedere all’annullamento in autotutela” di questi avvisi pubblici così da correggerne i vizi e pubblicarli nuovamente, nei modi e nei tempi previsti dalla legge.
È un impegno voluto e votato non solo dal MoVimento 5 Stelle, ma anche dal resto della minoranza e, ciò che più conta, anche da parte della stessa maggioranza. Ora quindi attendiamo di vedere cosa deciderà il presidente che, tuttavia, oggi ha tentato di lavarsene le mani. Prima ha annunciato e indicato l’astensione ai suoi, che però in tre casi hanno votato in dissenso, poi si è giustificato parlando di separazione dei poteri tra politica e amministrazione. Il tutto senza dire una parola nel merito del bando e del lavoro svolto da uno dei dirigenti regionali. In pratica, dopo la denuncia delle opposizione e di tutti i sindacati su vizi tecnici e formali; dopo la denuncia del Consigliere regionale di centrodestra, Andrea Di Lucente, che ha parlato di mail anonime contenenti i nominativi dei vincitori del concorso e dopo che la questione è finita su tutti gli organi d’informazione, il governatore non ha spiegato cosa pensa dell’accaduto, né dell’operato del Direttore di Dipartimento. Non è una mera questione di forma, perché la politica ha poteri di controllo sull’operato della Pubblica Amministrazione. Ma forse è solo un altro segnale della perdita di controllo da parte del presidente: non riesce a tenere compatta la sua maggioranza e non riesce a controllare l’operato dei suoi dirigenti.