Una interrogazione al sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, sul corretto funzionamento dell’impianto di videosorveglianza del capoluogo di regione. A sottoscriverla il centrodestra a Palazzo San Giorgio. Un documento, presentato già in vista dell’ultimo Consiglio comunale e ripresentato per la prossima assise civica, che porta la firma dei consiglieri comunali Domenico Esposito (Forza Italia), Mario Annuario (Fratelli d’Italia), Salvatore Colagiovanni e Carla Fasolino (Popolari per l’Italia).
Gli esponenti del centrodestra del Comune di Campobasso chiedono di essere informati dal primo cittadino sul funzionamento dell’impianto di videosorveglianza, considerando l’obbligo di garanzia e corretta informazione nei confronti dei cittadini.
I quattro consiglieri comunali chiedono al primo cittadino di conoscere le procedure messe in essere rispetto al funzionamento del sistema, del quale vogliono conoscere chi sia il responsabile dello stesso. Anche per essere messi al corrente su eventuali relazioni in merito al funzionamento della videosorveglianza in città, dando attuazione ai principi del Forum Europeo per la Sicurezza Urbana.
L’interrogazione dei quattro esponenti di opposizione del Comune di Campobasso nasce dal fatto di aver appreso, in Commissione Consiliare, del parziale (e minimo) funzionamento dell’impianto, inaugurato soltanto qualche mese fa.
“Il parziale funzionamento dell’impianto di videosorveglianza – affermano Domenico Esposito, Salvatore Colagiovanni, Carla Fasolino, Mario Annuario e Alessandro Pascale – non lascia tranquilli i cittadini, considerando gli ultimi episodi di cronaca che hanno coinvolto la città di Campobasso. Tra questi, il continuo spaccio di stupefacenti, del quale abbiamo appreso notizia dalle operazioni delle forze dell’ordine, e l’esplosione di un ordigno davanti a un’attività commerciale in via Roma”.
“Un impianto di videosorveglianza funzionante ed efficiente – sottolineano i consiglieri di centrodestra – rafforzerebbe il sentimento di sicurezza tra i cittadini, diventando un mezzo di prevenzione rispetto alla commissione di reati. Un sistema di telecamere efficace si pone come lo strumento migliore per il controllo del territorio e come deterrente per la commissione di atti delinquenziali”.
“Non dimentichiamo che il Patto per la Sicurezza, sottoscritto da Prefettura, Ministero degli Interni e Regione Molise, mise a disposizione per la città di Campobasso 120 telecamere per un investimento di 600mila euro – proseguono i consiglieri comunali d’opposizione – Un sistema ben funzionante, inoltre, aiuterebbe il Corpo di Polizia Municipale a funzionare al meglio, nonostante la forte carenza di organico. Le forze dell’ordine, in virtù di quel patto, devono essere in condizione di poter utilizzare il sistema di telecamere di cui è dotata la città”.
“Ad oggi – incalzano – occorrerebbe anche rivedere la dislocazione delle telecamere, a seconda dell’esigenza delle forze dell’ordine, secondo gli ultimi casi di cronaca. Non è da escludere che, rispetto, alla precedente allocazione, oggi ci sarebbe la necessità di redistribuirle diversamente. E da non ultimo, insieme al sistema di videosorveglianza andrebbero riviste le norme che vadano a tutelare la privacy dei cittadini”.
“Chiederemo anche un incontro al nuovo Questore – concludono– poiché Campobasso sta vivendo uno stravolgimento sociale importante. Ricordiamo il fatto di cronaca nel sottopassaggio ferroviario. Solo di fronte a un episodio di tentata violenza si scoprì che, in quell’area sensibile, la telecamera non era in funzione. Un fatto gravissimo e che non lascia tranquille le centinaia di persone che, quotidianamente, transitano in quella zona. Ma l’elenco potrebbe essere lungo, quello delle aree a rischio e a telecamere non funzionanti”.