RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA MOVIMENTO CINQUE STELLE MOLISE
L’autodistruzione del governatore Toma e della sua maggioranza prosegue senza intoppi, purtroppo a spese di tutto il Molise.
Il consiglio monotematico sulle procedure concorsuali al centro delle polemiche da giorni è stato del tutto svuotato di significato e potere d’intervento. La discussione di un monotematico va infatti sviluppata sulla base di alcuni atti ma, questa volta, quelli presentati dall’opposizione sono stati tutti bocciati nonostante il governatore, in fase di voto, abbia ricevuto non uno ma sette schiaffi istituzionali da alcuni dei suoi. Ma facciamo un passo indietro.
Durante la scorsa seduta del 5 novembre scorso, il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone aveva chiesto a tutti i consiglieri di ritirare gli atti sulle procedure concorsuali perché sarebbero stati discussi nel monotematico. Ieri, però, davanti a decine di lavoratori, Micone non si è presentato e la seduta è stata coordinata dal consigliere Cefaratti dopo una riunione dei Capigruppo che ha deciso di bocciare tutte le proposte dell’opposizione.
Si trattava e si tratta di atti importanti, tra cui la nostra mozione con cui chiedevamo due cose molto semplici: prevedere una quota di riserva per l’applicazione del 'decreto Madia' affinché venisse valorizzato il lavoro svolto dai tanti precari storici della Regione e prevedere una quota da riservare a concorso, per premiare le competenze dei più meritevoli.
L’iscrizione di tutti gli atti è stata messa in votazione, ma non è passata. A favore, i portavoce M5S, i consiglieri del Pd e, con cadenze diverse, i consiglieri di maggioranza Filomena Calenda, Michele Iorio, Aida Romagnuolo e Andrea Di Lucente. I risultati: 11-8, in due casi 12-7, voti a sfavore di Toma. Tuttavia, l’iscrizione degli atti è saltata perché serviva la maggioranza dei due terzi, così le mozioni non sono state iscritte e, quindi, mai discusse. Ma è solo questione di tempo: presto la sfiducia nei confronti del governatore sfonderà anche il muro dei due terzi dell’aula.
Nel pomeriggio la discussione è continuata per larghi tratti senza il presidente e senza la Giunta, eccetto l’assessore Luigi Mazzuto, a conferma di quanto l’esecutivo regionale stia scappando dalle proprie responsabilità. Un fatto che rimarca la mancanza di rispetto nei confronti dei consiglieri e dei molisani che da un anno e mezzo attendono i fatti.
In serata, per uscire dallo stallo, è stata presentata una mozione con le prime firme dei consiglieri Primiani e Fanelli, che chiedeva di procedere immediatamente alla verifica della legittimità delle procedure in attuazione della delibera 289/2019 quella sugli avvisi pubblici per 14 e 28 unità per dirigenza regionale e personale, chiedendo anche l’eventuale annullamento in autotutela degli avvisi pubblici. Anche questa bocciata. Come bocciato è stato l’atto presentato dalla maggioranza.
La giornata, quindi, si è chiusa senza un atto deliberativo, ma con un paradosso: Toma ha annunciato che invierà entrambi questi atti al Dirigente competente. Un annuncio vuoto, perché stiamo parlando di atti mai discussi, quindi privi di deliberazione vincolante.
Insomma, un Consiglio farsa e una tripla sconfitta per il governatore: perde tutte le votazioni in aula, impedisce la discussione di atti importanti e nega ai lavoratori risposte concrete.