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Capparozza: niente locali per FIDAS Agnone, 500 donatori di sangue pronti a recarsi altrove

Pubblicato: 11-03-2020 - 368
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Capparozza: niente locali per FIDAS Agnone, 500 donatori di sangue pronti a recarsi altrove

Pubblicato: 11-03-2020 - 368


La denuncia del presidente onorario della Fidas Agnone lamenta la mancata riattivazione di un servizio che funzionava alla perfezione con circa 800 donazioni annue. Quello della donazione sangue in Alto Molise è un problema che va avanti dal luglio scorso, quando non è stata rinnovata la convenzione tra l’Asrem e l’associazione Fidas. Il servizio tuttavia è andato avanti a singhiozzo fino a dicembre quando i salassi sono stati definitivamente bloccati per la mancanza di medici ASREM.

Oggi per poter avere il rinnovo della convenzione da parte della Asrem, come da impegni presi il 18 febbraio scorso, serve la concessione in comodato d’uso dei locali necessari a poter svolgere i salassi all’interno dell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone, ma nonostante le ripetute promesse fatte da chi di dovere affinché venissero concesse tre stanze nell’ex reparto di Medicina, purtroppo si riscontra che alle parole non sono seguiti i fatti.

Infatti, malgrado gli innumerevoli solleciti, manca ancora l’esatta assegnazione dei tre locali e il documento che attesti l’avvenuta consegna degli stessi da parte dei dirigenti preposti. Un atto fondamentale per far sì che i donatori possano tornare a donare sangue in ambienti idonei”.

Capparozza ci tiene a sottolineare che dell’incredibile vicenda sono al corrente sia  il dottor Celestino Sassi che la dottoressa Wilma Sferra della direzione sanitaria dell’ospedale Veneziale di Isernia. Ad entrambi è stato chiesto un aiuto da parte della Fidas a sbloccare una situazione vergognosa che impedisce a circa 500 donatori di sangue di poter svolgere la loro opera di volontariato. Questo grido di aiuto è stato recepito anche da alcuni  politici regionali e locali, che hanno manifestato la volontà di aiutare, ma senza arrivare ancora ai fatti.

“Se entro i prossimi giorni la nostra istanza non troverà risoluzione – avverte Capparozza –  saremo costretti a dare indicazioni ai nostri soci che ci chiameranno di rivolgersi, a malincuore, ad altre strutture anche fuori regione, con tutte le ricadute del caso sugli ospedali molisani”.




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