Riceviamo e pubblichiamo da Antonio Martone -Cisal Molise
Agli Amici Lavoratori, ai Giovani e a Tutti i Dipendenti dello stabilimento Unilever di Pozzilli.
Sono giorni molto difficili e molto strani questi per tutto il Paese.
Ci troviamo di fronte ad una emergenza senza precedenti e siamo tutti impegnati a difendere noi stessi e i nostri cari dall’invasività di un nemico difficile da combattere.
Le uniche armi sembrano essere la prudenza e l’unione degli intenti.
Con grande pudore e rispetto per questa sciagura che sta mietendo vittime in tutta Italia, ci permettiamo di riprendere il filo del nostro discorso sul futuro della nostra fabbrica di Pozzilli.
In linea con il Decreto Governativo, abbiamo annullato l’Assemblea di domani, ma coerente al nostro ruolo continuiamo nel percorso di difesa dello stabilimento.
Lo facciamo soprattutto per ringraziare tutti quelli che sentono il bisogno di rappresentare il proprio stato d'animo, il proprio pensiero, la propria visione, la propria critica.
Grazie a tutti voi perché la dialettica, che passa attraverso il coinvolgimento, è la migliore forma di partecipazione civile ed è anche la migliore ricetta per non dimenticare quello che sta accadendo.
Partecipazione indipendentemente dalle convinzioni di parte!
Vi sarete accorti che L'UNITÀ SINDACALE da tutti a parole invocata dipende esclusivamente dalle VOSTRE DECISIONI.
Dipende dalla vostra capacità di difendere un interesse collettivo attraverso un impegno individuale che deve fare i conti con la realtà dei fatti.
Non è un mistero per nessuno che Unilever ha intenzione di abbandonare Pozzilli!
Qualsiasi iniziativa apparentemente promossa dai vertici aziendali deve fare i conti con quanto deciso a Rotterdam sul nostro destino.
Per Unilever Pozzilli è un capitolo chiuso perché la sua chiusura è meno costosa e difficile di Casalpusterlengo. Lo dicono i numeri (e purtroppo anche i fatti recenti): meno lavoratori, popolazione più anziana, territorio da incanalare con facilità in percorsi illusori e privi di fondamento. Popolazione che per differenza generazionale è più facile da dividere.
Paradossalmente la storica Participatività e Professionalità dei lavoratori di Pozzilli sarà l'arma letale per favorire la exit strategy.
Siamo ora nella realtà di ciò che MAMMA LEVER, SOTTO MENTITE SPOGLIE DI "MATRIGNA UNILEVER", ha studiato a tavolino.
Qualcuno insiste a chiederci quale sia la proposta della Cisal?
Intanto ribadisco che le proposte della Unilever hanno in sé solo l’obiettivo di evitare il ripetersi di quanto accaduto nei 13 giorni di vera unione dei lavoratori che in quella occasione hanno non solo messo a nudo le bugie di Unilever, ma hanno anche resituito Dignità e ORGOGLIO a una realtà aziendale che sembrava destinata a una rapida conclusione.
Intanto confermiamo, senza paura di essere smentiti da chicchessia, che se Unilever avesse avuto davvero un progetto alternativo per Pozzilli, lo avrebbe dovuto preparare per tempo. E, invece, colta impreparata dal nostro sciopero ha dovuto “inventare” non una, ma tre soluzioni (con tre soluzioni ci vuole più tempo per studiare, per spiegare, per fingere di condividere).
Se Unilever avesse davvero voluto creare le condizioni per un rilancio di Pozzilli, avremmo assistito ad un altro percorso, diverso da quello che abbiamo fatto negli ultimi tre mesi, durante i quali abbiamo assistito ad acrobatici cambiamenti di fronte: da “non c’è nessun problema”, alle dimissioni del direttore, al fantomatico “progetto plastica”, ad addirittura 3 scenari, fino ad arrivare alle dimissioni anche del capo del personale.
Come quando affonda la nave e tutti scappano, così abbiamo tristemente assistito alla fuga del numero 1 e del numero 2 della fabbrica (magari è un caso, ma... noi non ci crediamo).
COSA FARE ORA? DOBBIAMO DAVVERO RASSEGNARCI ALLA EXIT STRATEGY E ALLA CHIUSURA? Nemmeno per scherzo!
Dobbiamo evitare di farci dividere. Evitare le gelosie. Evitare le antipatie. Evitare le dinamiche studiate a tavolino dall’azienda.
Si può andare avanti, nessuno ci può obbligare a chiudere o a far finta di produrre altro o addirittura a riciclare plastica (per chi ci crede).
Si può andare avanti a produrre Svelto e Coccolino senza perdere i volumi e facendolo nell’interesse di tutti, senza dividerci: con una fabbrica che continua a produrre Svelto e Coccolino chi è vicino alla pensione può stare tranquillo che in pensione ci andrà, chi vuole andar via con una “buonauscita” potrà farlo come è sempre successo in passato e chi ha ancora tanti anni di lavoro potrà stare sereno. Perché dividerci?
A chi interessa credere alla “favola della plastica” e perché?
Perché si vuole far credere che i nostri prodotti sono “Obsoleti”?
Per dei prodotti Obsoleti non si investirebbero tanti soldi!!!
Sappiate tutti che già durante la riunione al MISE abbiamo avuto prova che la Politica Regionale non crede più alle favole e ASPETTA NOI!
Sappiate tutti, che il nostro territorio ASPETTA NOI!
L’attuale crisi del Paese (non quella di Pozzilli che, numeri alla mano, non esiste) e il nostro senso di responsabilità non ci consente di riunirci a manifestare il nostro dissenso fuori ai cancelli, pertanto, verificando prima la disponibilità delle altre organizzazioni sindacali, ma senza con questo abdicare alla nostra iniziativa, vi proporremo una serie di azioni che siano da monito all’azienda: dallo sciopero dello straordinario allo sciopero a singhiozzo, dallo sciopero a scacchiera allo sciopero bianco (rimaniamo all’interno della fabbrica senza ostacolare l’attività del management). Diremo così all’azienda che non può portare via i volumi mentre fa finta di mettere in piedi un progetto di riciclaggio della plastica.
Se davvero vuole proporci una alternativa, lo faccia senza nel frattempo fregarci i volumi.
Questa è l’unica via per evitare che passino 6-8 settimane con gli stampi già pronti in Pharmol e altri terzisti per fare lo stock necessario a sostituire Pozzilli e chiuderla definitivamente.
Noi continueremo a lottare con il solito pragmatismo!
Come Sindacato pensiamo che non è nostro compito chiedere a società terze, tipo Esselunga, se vogliono comprare lo stabilimento di Pozzilli, magari, a “Scatola Vuota”.
Il nostro compito, invece, pensiamo sia quello di chiedere ad Unilever di bloccare il Processo di Svuotamento dei prodotti e facesse un Bando di Terziarizzazione con almeno 150.000 tonnellate.
Questo è il nostro Ruolo!
Questo è l’unica forma di protesta che possiamo mettere insieme per respingere le favole e, da uomini onesti con noi stessi e con le nostre famiglie, impedire la chiusura della nostra fabbrica.
Stiamo studiando una forma di Solidarietà attraverso una “Raccolta Fondi” per sostenere il sacrificio dei lavoratori e delle loro famiglie che Scioperano ed hanno Scioperato per Salvare lo Stabilimento di Pozzilli e Tutelare l’Occupazione del nostro Territorio.