Nota congiunta di Carmine Ranieri Segretario CGIL Abruzzo-Molise e
Paolo De Socio Segretario CdLT CGIL Molise.
Ci sono categorie che non si fermano, bisogna garantire protezione e controlli contro ogni rischio e contagio.
Nei giorni scorsi , dopo l'incontro e le sollecitazioni dei sindacati, si era convenuto di chiudere le attività che non rappresentano servizi essenziali per i cittadini.
Il DPCM firmato in data 22 marzo tiene conto solo in parte dei rilievi sollevati dalle Organizzazioni Sindacali e, probabilmente, sotto la pressione dei grandi gruppi industriali, aumenta notevolmente le attività che risulterebbero INDSPENSABILI e ESSENZIALI.
La CGIL, la scorsa settimana, si è prodigata utilizzando la sua vasta rete di delegati e rappresentati aziendali, per garantire più sicurezza a tutti i lavoratori che continuano ad essere in prima linea per permettere a tutti noi di proseguire nelle nostre attività basilari.
Oggi, il contenuto dell’ultimo DPCM, appare insufficiente sia nel merito che per l’incomprensibile metodo che ha portato alla sua emanazione.
In attesa della risultanza dell’ennesimo incontro chiesto dalle strutture nazionali al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero dell’Economia e delle Finanze per provare a modificare l’elenco di codici Ateco contenuti nell’allegato 1 al DPCM del 22 marzo 20020, la CGIL continuerà ad essere al fianco di tutti i lavoratori, n primis Medici, infermieri e personale sanitario tutto, commessi dei supermercati, ditte di pulizie e mense ospedaliere, riders, autisti del trasporto pubblico locale, operai della filiera alimentare, farmaceutica, dei dispositivi di protezione individuale, forze dell'ordine e polizia locale, giornalisti, operatori postali e bancari, operatori delle reti digitali, operatori ecologici e tanti altri lavoratori ancora che in questi giorni sono la testimonianza che il LAVORO E’ ELEMENTO IMPRESCINDIBILE PER SUPERARE LA FASE PRESENTE E PER GUARDARE CON FIDUCIA E OTTIMISMO AL FUTURO : a loro va il nostro ringraziamento ed è soprattutto a loro che bisogna garantire la massima protezione contro il rischio di contagio.
Sindacati, istituzioni e datori di lavoro devono avere al centro della loro azione questa priorità.
Oltre alla sicurezza di chi lavora, bisogna garantire la protezione economica e sociale a tutti coloro che momentaneamente resteranno a casa. Ammortizzatori sociali, sospensione dei mutui a lavoratori e imprese, sospensione delle tasse e proroghe dei termini, sono le priorità da attuare.
In Molise, in particolare, la sanità mostra numerose criticità in ordine a varie questioni tra cui la carenza di personale sanitario nelle strutture ospedaliere, fatta rilevare più volte e solo acuita dall’emergenza in atto; n questi giorni spesso sono state segnalate problematiche anche in ordine alla fornitura e dotazione di Dispositivi di protezione individuali (Dpi) per il personale che opera nelle strutture ospedaliere, sia per i dipendenti dirette delle Asl sia delle cooperative e delle aziende affidatarie di servizi.
La chiusura nelle scorse settimane dell’Ospedale di Termoli e la nebulosa che avvolge quello che ormai sta diventando il caso Neuromed, sono campanelli di allarme pesanti rispetto alle azioni che si stanno proponendo per affrontare l’emergenza sanitaria e stanno venendo al pettine nodi che hanno da sempre caratterizzato l’atavica sofferenza della Sanità Molisana sbilanciata, per scelte incaute del passato (e del presente, ) verso una sproporzione di attribuzione di risorse pubbliche verso le strutture private.
Nonostante l’emanazione dei decreti che indicano modalità di reclutamento e iniziano a quantificare la declinazione territoriale delle risorse economiche, non c’è – ad oggi - comunicazione e chiarezza sui motivi ostativi per avviare procedure e azioni tese alla riapertura degli ospedali dismessi, in primis LARINO e VENAFRO.
Nelle prossime ore, la Cgil, gli altri sindacati e le associazioni di categoria incontreranno in video conferenza l'assessore al Lavoro della Regione Molise, Luigi Mazzuto, per fare il punto della situazione sulla comunicazione del Decreto di ripartizione delle risorse assegnate al Molise e per avviare le dovute e necessarie procedure per l’accordo regionale per gli ammortizzatori sociali straordinari relativi all’emergenza COVID – 19.
Uguale disponibilità al confronto abbiamo trovato da diversi assessorati – tipo quello dei Trasporti – per provare a dirimere insieme le diverse emergenze che attanagliano questo particolare periodo.
Anche la Prefettura di Campobasso, al contrario di quella Isernina, ha fornito un cortese cenno di riscontro ad una nota congiunta invitando i sindacati a far pervenire qualsiasi tipo di segnalazione proveniente dai luoghi di lavoro e dal territorio che interessasse problemi di sicurezza sul lavoro o di inosservanza delle nuove norme.
Ad oggi, dopo ben due richieste fatte dalle parti sindacali nel giro di 10 giorni, appare inspiegabile la reticenza al dialogo e al confronto del Governatore Toma che, chiuso nella torre eburnea, continua a prendere decisioni in perfetta solitudine affascinato forse dalla pratica dei pieni poteri.
In queste ore apprendiamo che diverse componenti politiche locali, appellandosi alle prerogative proprie del Consiglio Regionale, rivendicano la possibilità di contribuire alla discussione e alle scelte e rilanciano plausibilmente la possibilità di discutere e approfondire anche le circostanze che hanno portato all’emanazione dei decreti “coprifuoco” che hanno già determinato ben quattro zone rosse in Regione; da più parti si chiede anche la possibilità di attivare azioni preventive tipo i tamponi a tappeto che per la nostra Regione, considerati i numeri, potrebbe essere la vera svolta in termini di quantificazione dei numeri reali e di azioni preventive da porre in essere.
L’esperienza insegna che nei momenti più difficili l’unione fa la forza e quindi, rivendicando il senso di responsabilità palesato dal Sindacato in questi tragici momenti per i lavoratori, per il mondo produttivo e per l’intera cittadinanza, la CGIL resta a disposizione per confronti istituzionali e non che possano alleviare le sofferenze legate a questa delicata fase e a questa ennesima crisi di sistema.