Prosegue senza sosta l’attività della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Isernia nel comparto della spesa pubblica mirata alla verifica, in capo ai soggetti beneficiari, delle condizioni legittimanti la fruizione del reddito di cittadinanza.
Tale misura di welfare, come noto, spetta in presenza di concomitanti circostanze, autocertificate dal richiedente e volte a dimostrare non solo la propria condizione di difficoltà, ma anche quella dei componenti il nucleo familiare.
Tra i controlli effettuati dalla Guardia di Finanza su tutto il territorio nazionale, nello specifico comparto, è venuto fuori di tutto: chi è stato “sorpreso” alla guida di autovetture sportive, chi è risultato proprietario di innumerevoli proprietà, di strutture alberghiere, di ville lussuose, ecc.. Nella lista dei denunciati, sono finiti imprenditori, artigiani, venditori ambulanti, negozianti, fotografi, pasticcieri, pregiudicati e sono stati scovati numerosi lavoratori in nero.
Ma quello che si è presentato ai militari del Gruppo di Isernia, all’esito di uno dei tanti controlli effettuati, ha dell’incredibile, una circostanza più unica che rara. Infatti, mai, sul territorio nazionale, ci si era imbattuti in un “esercente la professione forense” che ha richiesto di accedere al beneficio. I finanzieri non volevano credere ai loro occhi: l’avvocato “furbetto” aveva prodotto false dichiarazioni circa il luogo effettivo di residenza dichiarato ed aveva omesso di indicare alcuni rapporti di conto corrente intestati ad un familiare convivente. La condotta illecita tenuta dal professionista, residente nella provincia di Isernia, configurando l’indebita percezione del Reddito di Cittadinanza per l’anno di imposta 2019, prevista e punita dall’art. 7, comma 1, del Decreto Legge n. 4 del 28/01/2019, è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria di Isernia.
Per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza, le pene sono severe: la legge prevede anche la reclusione da 2 a 6 anni per chiunque presenti dichiarazioni false oppure ometta informazioni dovute. È prevista la reclusione da 1 a 3 anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito, del patrimonio o del nucleo familiare, nonché informazioni dovute e rilevanti ai fini della riduzione o revoca del beneficio.
La Direzione Provinciale INPS di Isernia, con la quale esiste un costante e collaudato coordinamento, ha già provveduto per la revoca immediata del beneficio e per il recupero delle somme indebitamente percepite.
In questo ultimo periodo, caratterizzato da una diffusa richiesta di sovvenzioni pubbliche per sopperire alle situazioni di difficoltà economiche connesse all’emergenza epidemiologica, l’attività di controllo operata dal Corpo nel comparto delle pubbliche provvidenze è ancora maggiormente e con più incidenza mirata alla verifica che le stesse
siano erogate nei confronti dei soggetti realmente ricadenti nelle condizioni di “sofferenza” e che gli aiuti economici non vadano “dispersi” andando a beneficio di chi artatamente rappresenta una situazione di difficoltà.
L’azione della Guardia di Finanza contro gli illeciti in materia di spesa pubblica è finalizzata proprio ad individuare quelle condotte che, pregiudicando la legalità e la correttezza nella Pubblica Amministrazione, minano il puntuale utilizzo delle risorse, favorendo sprechi e malversazioni in un settore che è strategico per il paese: solo un equo impiego degli investimenti e dei fondi pubblici può, infatti, sostenere la competitività e una piena ripresa del tessuto economico nazionale. È per questa ragione che il Corpo continua a rafforzare il proprio dispositivo di vigilanza, che si sviluppa lungo una duplice direttrice: il potenziamento delle unità operative territoriali dedicate allo specifico settore di servizio e l’intensificazione delle collaborazioni con le Autorità e gli Enti di gestione, con particolare riferimento ai settori della spesa previdenziale, sanitaria, dei fondi europei destinati alla realizzazione di progetti, dove il corretto impiego delle risorse, oltre a contribuire a contenere l’esborso complessivo dello Stato, si traduce in un miglioramento della qualità della spesa, con positive ricadute in termini di sviluppo del Paese.