Migliaia di partecipanti molisani al progetto epidemiologico saranno coinvolti in una ricerca su come l’emergenza abbia influenzato la loro salute generale e il benessere psicofisico
Un’emergenza come quella che stiamo vivendo abbraccia tutti gli aspetti della vita. La pandemia da COVID-19 ha naturalmente portato a considerare prima di tutto le questioni direttamente legate al virus, alle sue manifestazioni cliniche e alla prevenzione dell’infezione. Ma ora è il momento di studiare con attenzione anche le ricadute che la paura, il cambiamento delle abitudini e lo sconvolgimento sociale ed economico stanno avendo sulla salute e sul benessere complessivo delle persone.
Il Progetto Moli-sani, che dal 2005 sta studiando circa 25.000 cittadini del Molise, rappresenta il laboratorio ideale per una ricerca su vasta scala in questo campo. Ecco perché oggi inizia un’ampia ricerca che punta a indagare come l’emergenza abbia influenzato la vita delle persone, e le conseguenze mediche e sociali che dovremo aspettarci nel futuro.
“È un’operazione – spiega Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione di Neuromed e Ordinario di salute pubblica all’Università dell’Insubria - condotta interamente a distanza, sia attraverso colloqui telefonici che per mezzo di smartphone. Abbiamo sviluppato un questionario ben articolato, anche se rapido da compilare, che indagherà su due fronti: da un lato cercheremo quali fattori, quali patologie preesistenti e quali terapie seguite possano aver influenzato il decorso dell’infezione in chi ne è stato colpito. Dall’altro puntiamo a disegnare il quadro di come sia cambiato il modo di vivere nella Fase 1 e nella Fase 2 che stiamo vivendo ora”.
Si tratta di esaminare moltissimi aspetti relativi a come le persone abbiano conservato o modificato i loro stili di vita, l’attività fisica, l’attenzione verso la propria salute in rapporto allo stress legato all’isolamento e alle preoccupazioni economiche.
“In modo particolare- ricorda Marialaura Bonaccio, ricercatrice di Neuromed ed esperta di Dieta mediterranea - il questionario indagherà sui possibili cambiamenti nell’alimentazione avvenuti nel periodo di lockdown, in relazione anche allo stato socio-economico delle varie persone”
Alcune migliaia di partecipanti al Progetto Moli-sani verranno direttamente chiamate nei prossimi giorni dai ricercatori di Neuromed.
“Come è sempre avvenuto nella storia – dice ancora Licia Iacoviello, - una pandemia di queste proporzioni sconvolge la vita di tutti. E non solo per quanto riguarda la paura di ammalarsi o la necessità di curare le persone colpite: il COVID-19 ha scavato molto più a fondo nella nostra società, e temiamo che lo abbia fatto in termini molto concreti”.
I cittadini hanno visto stravolte le loro abitudini, alcuni hanno perso il lavoro, altri hanno scoperto difficoltà economiche che non avrebbero mai creduto possibili. E poi c’è lo stress di questi giorni passati a seguire notizie allarmanti, a temere per i propri cari, a rimanere isolati. Infine ci sono tutte le altre malattie, da quelle cardiovascolari ai tumori, per citare le più importanti, che non sono andate in pensione.
“Dobbiamo saperlo subito – conclude Giovanni de Gaetano, Presidente di Neuromed - perché, mentre combattiamo contro il COVID-19, tutti questi fattori stanno diventando un’ipoteca sul futuro e potrebbero causare più morti, malattie e sofferenze di quanto il virus non abbia fatto direttamente”.