MONTAQUILA. Sono passati già due anni che per certi versi sono davvero volati. Due anni intensi e molto impegnativi quelli vissuti dall’11 giugno del 2018 fino ad oggi da Marciano Ricci, primo cittadino di Montaquila. Oltre ad essere un imprenditore di successo, Ricci è anche un uomo di una sensibilità unica e dal cuore immenso, e questo lo può testimoniare solamente chi lo conosce.
Decidere di candidarsi per amministrare una piccola comunità di questi tempi è folle. E Marciano Ricci è follemente innamorato delle sue origini. Dei luoghi dove è vissuto, cresciuto. Dei luoghi dove la sua favola ha avuto inizio. È innamorato della sua Montaquila, della sua gente. Che con una percentuale bulgara gli ha assegnato la fascia tricolore.
Amministrare è molto complicato. Sindaci, assessori e consiglieri fanno ogni giorno i conti con una burocrazia che sta soffocando il Paese. Non hanno risorse, combattono con i vincoli di bilancio, affrontano le emergenze ordinarie e straordinarie (può sembrare una contraddizione ma ormai anche l’ordinario si gestisce in emergenza) senza un euro in cassa.
Quest’uomo d’altri tempi il ruolo da primo cittadino pare esserselo cucito addosso, soprattutto perché è uomo di parole e perché rispetta gli impegni presi con tutti, costi quel che costi. Molte volte abbiamo chiacchierato con Marciano Ricci e lo abbiamo anche intervistato con la nostra redazione, ma questa volta abbiamo pensato di regalare al sindaco “gentiluomo” questo breve articolo per i suoi primi due anni di mandato amministrativo.
Il pallino di Ricci sono i bambini e quindi le scuole. Per questo motivo affronta i problemi ad essi legati come se tutti gli alunni del suo paese fossero suoi nipoti. Stessa attenzione prestata al mondo della terza età e a tutti coloro che per un motivo o per un altro si trovino in difficoltà momentanea.
Di certo il suo cammino alla guida del comune di Montaquila sarà ancora lungo e irto di ostacoli, ma conoscendolo non si risparmierà affatto dalle fatiche quotidiane che hanno contraddistinto la sua vita da imprenditore di successo e poi sindaco amato. Uno dei tanti sindaci molisani che combatte ogni giorno sul campo ma al posto del fioretto o della sciabola usa solamente il cuore.
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