L'emergenza Covid-19 ha causato in Italia un brusco deterioramento del quadro congiunturale: già nel primo trimestre del 2020 si è registrata una forte caduta del PIL (-5,4 per cento sul trimestre corrispondente). Secondo le stime basate sul nostro indicatore ITER, nel Mezzogiorno l'attività si sarebbe ridotta in misura lievemente inferiore.
La crisi pandemica ha colpito l'economia del Molise in una fase di rallentamento: in base alle stime di Prometeia, nel 2019 il PIL regionale sarebbe cresciuto dello 0,7 per cento, mezzo punto in meno dell'anno precedente. Nostre stime indicano tuttavia che l'impatto della crisi in Molise, come nel resto del Mezzogiorno, sarà minore che nella media nazionale.
Le imprese
Nell'industria l'indagine annuale della Banca d’Italia condotta su un campione di imprese molisane evidenzia per il 2019 una stagnazione delle vendite, penalizzate dalla debole dinamica della domanda interna, mentre quella estera si è confermata più vivace, favorendo l'espansione delle esportazioni regionali. Gli investimenti hanno stentato a riavviarsi e la nostra indagine straordinaria sugli effetti del coronavirus ha rilevato una revisione al ribasso dei piani per l'anno in corso. Le imprese hanno inoltre segnalato sin dalle prime fasi dell’emergenza un significativo calo della domanda interna, oltre a difficoltà logistiche e rallentamenti negli approvvigionamenti che hanno ostacolato la produzione. In risposta all'emergenza sono state previste rimodulazioni delle prestazioni lavorative dei dipendenti, in termini quantitativi ma anche attraverso il ricorso al lavoro agile.
Il settore delle costruzioni ha mostrato nel 2019 una moderata ripresa dell’attività, favorita dal progressivo recupero delle transazioni sul mercato immobiliare. L’incremento del valore della produzione, segnalato anche dalla nostra indagine sulle imprese del settore, si è associato a un aumento delle ore lavorate nell’edilizia. Per l'anno in corso la produzione potrebbe risentire della temporanea chiusura dei cantieri disposta a seguito dell’emergenza sanitaria.
Nei servizi l'attività ha rallentato, anche per effetto dell’indebolimento dei consumi nel comparto del commercio. Le attività di alloggio e ristorazione, già penalizzate dal calo di presenze negli esercizi ricettivi dello scorso anno, sono tra le più esposte agli effetti delle misure di contenimento della pandemia. Le limitazioni imposte alla mobilità hanno inciso in modo diretto anche sul settore dei trasporti.
Il tessuto produttivo regionale affronta tuttavia questa fase critica in condizioni economiche e finanziarie migliori rispetto al passato. La crisi avviata nel 2008 ha generato un processo di selezione, provocando l'uscita dal mercato delle imprese più fragili, mentre la successiva fase di ripresa ha favorito il recupero della redditività aziendale e la riduzione del grado di indebitamento. Questi fattori hanno contribuito ad accrescere la resilienza del sistema produttivo, nel complesso più preparato ad affrontare condizioni economiche avverse rispetto al passato.
Il mercato del lavoro
Nel 2019 l'occupazione è cresciuta, sebbene in misura attenuata rispetto all'anno precedente. L’emergenza sanitaria ha prodotto notevoli effetti sul mercato del lavoro: secondo le stime dell’Istat, oltre il 30 per cento dei lavoratori molisani è impiegato nei settori temporaneamente sospesi, una quota di poco inferiore alla media italiana. I dati preliminari sul 2020 (disponibili fino al 23 aprile) mostrano un forte calo delle assunzioni nel settore privato, concentrato nella seconda parte del periodo osservato.
La componente del lavoro autonomo assume in regione un peso più elevato rispetto all'Italia: a questa e ad alcune categorie di lavoratori dipendenti, tradizionalmente meno coperte dagli ammortizzatori sociali, sono stati destinati specifici interventi di sostegno. Tra le misure adottate figurano l'erogazione di un’indennità temporanea dal mese di marzo, inizialmente prevista di 600 euro, e l’estensione della Cassa integrazione guadagni ai dipendenti in settori che non rientrano negli interventi ordinari. Nei primi quattro mesi del 2020 le ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate si sono quadruplicate, per effetto del netto incremento registrato in aprile.
Le famiglie
Nel 2019 la dinamica dei redditi delle famiglie molisane è rimasta positiva. Dopo la flessione causata dal periodo di crisi iniziato nel 2008, tuttavia, il recupero è stato più debole e discontinuo che nel resto del Paese. Le conseguenze della pandemia rischiano di invertire la tendenza osservata nell'ultimo biennio, quando erano emersi maggiori segnali di ripresa. Il valore pro capite della ricchezza, nonostante il progressivo incremento degli ultimi anni, si mantiene su livelli inferiori alla media nazionale; i possibili rischi di perdite dovute al calo dei corsi dei titoli rilevato nei mesi scorsi appaiono contenuti per via di una elevata incidenza di strumenti tradizionali, quali depositi bancari e risparmio postale, meno esposti alle turbolenze dei mercati.
Il basso livello di indebitamento e gli interventi di sostegno adottati dalle autorità possono contribuire ad attenuare gli effetti del calo del reddito disponibile sulla sostenibilità del debito delle famiglie. Nell'ultimo quinquennio la crescita del debito è stata più contenuta rispetto al Paese ed è stata alimentata soprattutto dal credito al consumo; sul debole andamento dei mutui per l’acquisto di abitazioni ha influito anche una sempre minore partecipazione della clientela più giovane al mercato dei mutui per la prima casa. Nei primi mesi del 2020 la dinamica del debito ha mostrato un sensibile rallentamento, che ha interessato sia i mutui sia il credito al consumo.
Il mercato del credito
Dallo scorso marzo gli effetti della pandemia hanno condizionato l'operatività degli sportelli bancari, favorendo ancor più l'utilizzo dei canali telematici nell'interazione con la clientela, già in sensibile crescita negli ultimi anni. Nell’ultimo quinquennio, nonostante la fine della precedente fase recessiva, la crescita del credito bancario al settore privato è stata assai modesta, risentendo della dinamica negativa del credito alle imprese. Nell'aprile 2020, secondo dati ancora provvisori, la crescita dei prestiti al settore privato si è tuttavia interrotta.
Alla vigilia del nuovo scenario condizionato dalla pandemia, la rischiosità del credito si era già ridotta su livelli in linea con quelli precedenti l’avvio della crisi finanziaria globale; vi ha contribuito in larga parte il sensibile miglioramento delle condizioni finanziarie delle imprese, che ha consentito di ridurre notevolmente il divario emerso negli anni della crisi con il resto del Paese. Negli ultimi anni, inoltre, i bilanci bancari hanno beneficiato dei più elevati tassi di copertura dei prestiti deteriorati e dell’intensificarsi delle operazioni di stralcio e cessione dei crediti in sofferenza.
La finanza pubblica decentrata
In risposta all'emergenza sanitaria, nei primi mesi dell'anno è stata ampliata anche in Molise la dotazione di posti letto nei reparti di malattie infettive e di terapia intensiva, così come la disponibilità di personale sanitario. Sono inoltre state adottate misure regionali per il sostegno di famiglie e imprese, finanziate anche con i fondi delle politiche di coesione.
All’inizio dello scorso anno gli enti territoriali molisani hanno rilevato nel complesso un disavanzo di bilancio, dovuto quasi interamente alla Regione, anche in connessione con il rimborso delle anticipazioni ricevute dallo Stato per il pagamento di debiti commerciali; le Province, così come la maggior parte dei Comuni, hanno invece conseguito un avanzo. Nel 2020, tuttavia, la situazione finanziaria degli enti locali molisani risentirà degli effetti economici della pandemia, per via delle minori entrate connesse con il calo dell’attività e delle maggiori spese necessarie per fronteggiare l’emergenza.