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Consiglieri supplenti, la parola passa alla magistratura ordinaria

Pubblicato: 13-10-2020 - 474
Consiglieri supplenti, la parola passa alla magistratura ordinaria Politica

Consiglieri supplenti, la parola passa alla magistratura ordinaria

Pubblicato: 13-10-2020 - 474


Il Consiglio di Stato si è pronunciato: la competenza è del Tribunale civile di Campobasso. L’udienza ci sarà giovedì 22 ottobre

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA MASSIMILIANO SCARABEO 

A dover decidere sulla storia dei consiglieri regionale cacciati dal Consiglio regionale ad aprile 2020 non sarà la giustizia amministrativa ma  il tribunale civile di Campobasso. Così ha stabilito il Consiglio di Stato  nella sentenza numero 6722 pubblicata il 13 ottobre 2020.

La quinta sezione di Palazzo Spada si è pronunciata sul ricorso proposto da Massimiliano Scarabeo (consigliere in quota Fratelli d’Italia) ch,e attraverso i suoi legali Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini, aveva impugnato la decisione del Tar Molise che aveva dichiarato il difetto di competenza del tribunale amministrativo a decidere sulla decadenza dei primi dei non eletti che, a maggio 2018, avevano acquisito lo status di consiglieri  regionale supplenti per via della carica assessorile assegnata dal presidente della Regione Molise ai più votati delle rispettive liste di appartenenza.

Ad aprile 2020, poi, il blitz.

In occasione dell’approvazione della legge finanziaria, Toma fa fuori la giunta, nomina un solo assessore il suo segretario Maurizio Tiberio assessore lampo per 15 giorni, gli assessori (Niro, Cotugno, Cavaliere, Di Baggio) tornano a ricoprire la carica di consiglieri, nella finanziaria viene inserita la modifica della legge elettorale eliminando i consiglieri supplenti. Ma non a partire dalla prossima legislatura. Toma aspetta che la legge finanziaria della Regione Molise entra in vigore e poi rinomina gli stessi assessori con un change:  Di Baggio e Pallante invertono i ruoli (sottosegretario – assessore). Secondo voci degli addetti ai lavori, la teoria di Toma sarebbe stata  ideata da Quintino Pallante pronto al blitz per entrare in giunta senza correre il rischio che il primo dei non eletti di Fratelli d’Italia, il coordinatore regionale Filoteo Di Sandro, potesse ricoprire la carica di consigliere per via della promozione del primo eletto.

Gli esclusi Massimiliano Scarabeo, Paola Matteo e Antonio Tedeschi hanno presentato ricorso. Il quarto escluso, Nicola Eugenio Romagnuolo è tornato a fare il cittadino semplice con 2700 euro di vitalizio ed ottenendo la nomina, da parte di Donato Toma, a commissario del Consorzio Industriale Campobasso-Bojano con 3500 euro al mese. Nonostante la norma nazionale sulla inconferibilità degli incarichi a chi ha ricoperto ruoli nell’assemblea legislativa negli ultimi due anni.

Si sono costituiti in giudizio Donato Toma, rappresentato e difeso dall’avvocato Giacomo Papa e gli assessori Nicola Cavaliere, Roberto Di Baggio, Vincenzo Niro, rappresentati e difesi dall’avvocato Marco Marinelli.

In camera di consiglio, i magistrati romani hanno stabilito che “le materie nelle quali si faccia questione d’un diritto civile o politico, comunque vi possa essere interessata la pubblica amministrazione, e ancorché siano emanati provvedimenti del potere esecutivo o dell’autorità amministrativa sono devolute alla giurisdizione ordinaria”.

E sempre Scarabeo,  sempre rappresentato dall’avvocato Enzo Iacovino,  aveva già presentato il ricorso alla magistratura ordinaria.

L’udienza di merito è fissata per giovedì 22 ottobre

Leggi la sentenza:

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