RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ANGELO PRIMIANI – M5S MOLISE
Anche il secondo Tavolo Covid regionale ha confermato l’incertezza che regna sovrana sul sistema di monitoraggio della diffusione del virus in Molise. Eppure il nostro approccio è stato il solito: quello della piana collaborazione, consapevoli che solo lavorando e condividendo soluzioni, possiamo uscire dalla pandemia. Perché trasparenza e collaborazione sono quanto mai doverose in questo momento.
Purtroppo il presidente della Regione Donato Toma e il Dg Asrem Oreste Florenzano ancora non dissipano tanti, forse troppi dubbi.
Partiamo dai test rapidi. Nelle ultime settimane abbiamo assistito alla proliferazione di centri privati che si dedicano alla somministrazione di tamponi rapidi, i cosiddetti test antigenici. Questo comporta necessariamente un monitoraggio maggiore e capillare, perché l’assenza di una puntuale disciplina sulle strutture autorizzate ai tamponi rischia di creare confusione sia tra i cittadini sia tra i sindaci che sono chiamati a monitorare e gestire l’assistenza sul territorio.
Regione e Asrem dovrebbero innanzitutto stabilire quali sono i requisiti per essere autorizzati ad effettuare i test rapidi e dovrebbe disciplinare le procedure per una corretta comunicazione dei dati.
Per capirci: un eventuale positivo ai test antigenici dovrebbe essere comunicato ad Asrem che poi provvede ad effettuare il tampone molecolare ed eventualmente al contact tracing. Ma a quanto pare ciò non accade. Infatti manca un protocollo ed è tutto demandato al buon senso dei cittadini.
In questa confusione può accadere che i dati comunicati da Asrem ai sindaci siano carenti e non corrispondenti alla reale situazione dei territori. Sempre più frequenti si ripetono, infatti, gli appelli dei sindaci ai cittadini affinché comunichino ad Asrem le eventuali positività riscontrate dai tamponi rapidi effettuati privatamente.
Per porre rimedio a questa confusione è quindi necessario che la comunicazione avvenga direttamente da parte delle cliniche che somministrano i test.
E dato che alcune strutture private ora coinvolte nei test prima erano laboratori d’analisi attrezzati, mentre altre si occupavano di materia ben diverse, è necessario che Asrem stabilisca chi sia realmente in grado di fornire questo servizio di monitoraggio.
C’è poi la questione della comunicazione dei dati. Un eventuale positivo ai test antigenici viene segnalato ad Asrem per un successivo contact tracing? Ci risulta di no, perché mancano linee guida in materia.
Se è vero che i test molecolari sono gli unici certificabili ed utilizzabili al fine del rilevamento dei dati, è altrettanto vero che i test rapidi potrebbero fungere da ausilio nello screening massivo e supportare le attività di monitoraggio e contact tracing.
Invece, in assenza di indicazioni, accade che alcuni sindaci per avere reale contezza della circolazione del virus sul proprio territorio facciano appello ai singoli cittadini di comunicare eventuali positività riscontrate da test rapidi effettuati in forma privata.
Come denunciano gli stessi amministratori locali, tra i dati ufficiali e quelli sottotraccia forniti dai test rapidi c’è una enorme discrepanza che può ribaltare tutte le statistiche sui contagi. Ed è chiaro che una questione così delicata per la salute pubblica non può essere lasciata solo alla sensibilità dei singoli cittadini. Prova ne sia quanto accaduto a Campobasso dove un’insegnante positiva al test rapido ha continuato a lavorare per una settimana, per fortuna senza contagiare nessuno.
Altro argomento delicato è quello relativo alle Case di riposo e all’importante contributo che potrebbero dare per isolare i positivi. Sappiamo bene che la popolazione anziana è quella più colpita dal virus, quindi sappiamo anche che le residenze per anziani sono strutture particolarmente sensibili e proprio per questo sarebbe opportuno dotarle di test molecolari.
Sebbene si tratti di attività imprenditoriali, che devono necessariamente munirsi di tutti i dispositivi di protezione e di controllo utili a contenere i contagi, la Regione dovrebbe fare di tutto per evitare nuovi cluster all’interno delle Case di riposo e magari pensare ad acquistare test antigenici, in maniera diretta o indiretta.
Si potrebbe cioè prevedere l’acquisto e la distribuzione tramite la Protezione Civile o predisporre velocemente un bando, con relativa quota di cofinanziamento regionale. Solo un monitoraggio costante, con cadenza almeno settimanale, potrebbe aiutare ad isolare eventuali positivi e scongiurare il contagio in massa degli anziani ospiti.
Ho lanciato queste proposte a Toma e Florenzano e mi auguro che vengano valutate seriamente, nel solo interesse collettivo. Anche le proposte delle opposizioni vanno prese in considerazione, perché in questa fase, voglio ripeterlo, non servono le contrapposizioni politiche.