Il sindaco Paglione: «Un primo concreto passo per uscire all’isolamento e guardare al futuro con maggiore ottimismo».
Finalmente anche a Capracotta si può accedere a un servizio che permette di navigare fino a 1 Gbps (Gigabit al secondo): questo grazie alla tecnologia cosiddetta FTTH (Fiber to the home), cioè con la fibra che entra direttamente nelle case, nelle aziende e negli uffici pubblici. Grazie agli investimenti effettuati con il contributo della Regione Molise, anche a Capracotta - una delle tante cosiddette “aree bianche” – si potrà usufruire da subito del servizio di connettività a banda ultra larga.
È stata infatti realizzata una nuova rete di oltre dodici chilometri, che al momento interessa ben 1903 unità immobiliari, con il servizio già disponibile per i clienti, attraverso un’infrastruttura che rimarrà di proprietà pubblica e sarà gestita in concessione da Open Fiber per 20 anni.
Open Fiber è un operatore wholesale only, in pratica non vende servizi direttamente al cliente finale, ma è attivo esclusivamente nel mercato all’ingrosso. I clienti interessati, pertanto, non dovranno far altro che contattare uno degli operatori tra quelli presenti sul sito www.openfiber.it, scegliere il piano tariffario e navigare a una velocità finora impossibile da raggiungere con le attuali reti in rame o miste fibra-rame. Quando l’utente ne farà richiesta, l’operatore selezionato contatterà Open Fiber, che a quel punto fisserà un appuntamento con il cliente, con l’obiettivo di portare la fibra ottica dal pozzetto stradale fin dentro l’abitazione. Al termine dell’operazione, l’utente sarà pronto a navigare alla velocità di 1 Gigabit al secondo e beneficiare di servizi come lo streaming online in HD e 4k, il telelavoro, la telemedicina e le altre opportunità generate dalla rete FTTH.
«Si tratta di una vera rivoluzione digitale che apre le porte a una serie di potenziali benefici che potranno essere alla portata di tutti, a cominciare dallo Smart Working» sottolinea il sindaco Paglione. Aggiungiamo anche il South Working, cioè la possibilità di delocalizzare quelle aziende che non abbiano una stretta necessità di essere allocate nei grandi siti industriali e altro ancora.
Insomma – continua Paglione - una piccola grande rivoluzione, che avevamo immaginato già qualche tempo fa. Ricordo che ben venti anni fa, nella giunta regionale guidata da Giovanni Di Stasi, scrivevamo le prime idee per affrontare il tema del digital divide delle aree interne e del nostro Molise. Ora possiamo dire che molti comuni cominciano a vedere la luce in fondo al tunnel. Ovviamente – conclude Paglione – non si tratta di un punto di arrivo: servono ancora di più le altre infrastrutture, come le strade e tutto ciò che è utile per migliorare la mobilità dei cittadini».