L’iniziativa è articolata in tre incontri teorici e in uno pratico su tecniche e benefici del nuoto
Il 5 marzo parte il corso organizzato dai Genitori Arcobaleno di Venafro e CSV Molise
Il contatto con l’acqua e un primo approccio al nuoto possono rappresentare un aiuto per i bambini che soffrono di disabilità e di disturbi del comportamento a costruire delle relazioni più forti con il prossimo e con i propri affetti. E non è un caso che l’associazione Genitori Arcobaleno di Venafro abbia scelto l’attività natatoria per accompagnare tanti piccoli in un percorso di autonomia. Il via ci sarà con un corso specifico, organizzato col supporto del CSV Molise, finalizzato a formare i volontari, quindi a rilasciare loro competenze teoriche e pratiche necessarie ad affrontare i disturbi del neurosviluppo.
Dal 5 al 26 marzo sono in programma quattro eventi in cui gli operatori apprenderanno competenze teorico-pratiche sulle disabilità e sul loro trattamento in acqua. I partecipanti, inoltre, inizieranno a utilizzare la metodologia cognitivo-comportamentale che riesce a potenziare gli apprendimenti, le abilità degli utenti e a ridurre le criticità degli atteggiamenti.
Nei giorni 5, 12 e 19 marzo 2021, dalle ore 17.30 alle 19.30, si svolgeranno incontri teorici su piattaforma online, nella giornata del 26 marzo invece si passerà alla pratica in piscina, ma solo se le normative anticontagio da Covid-19 lo consentiranno. Altrimenti anche l’ultimo appuntamento sarà indetto sul web.
L’associazione Genitori Arcobaleno è nata nel maggio 2016 a Venafro dopo l’incontro tra alcune mamme e papà di bambini disabili. Dallo scambio di conoscenze, bisogni ed informazioni si è sviluppata gradualmente una struttura che si occupa di aiutare le persone che soffrono di diverse patologie e sostenere le loro famiglie.
L’idea di promuovere questo progetto proviene da continue conferme sugli effetti benefici del nuoto, o dell’acquaticità in generale, su ragazzi autistici o con disturbi generalizzati dello sviluppo.
L’avviamento all’attività motoria in ambiente acquatico riveste un ruolo di primaria importanza sia per quanto concerne lo sviluppo motorio, sia per ciò che riguarda lo sviluppo psicologico e la progressiva conquista dell’autonomia personale e sociale.
Attraverso tali attività si ricercano modalità di comunicazione alternative e si riesce a offrire una pluralità d’interventi educativi anche per valorizzare le diversità di ciascuno.
«L’obiettivo principale di questo corso è mettere al centro del nostro lavoro il bambino – ha spiegato Monica Di Filippo, presidentessa di Genitori Arcobaleno -.
Il metodo che viene presentato costituisce un approccio valido per conciliare aspetti di competenza, professionalità, serietà e giocosità. Nel corso della nostra esperienza abbiamo sperimentato che l’utilizzo della propria persona attraverso lo strumento acqua si è dimostrato essere valido per riorganizzare emotivamente e sul piano comportamentale l’altro. Di fatto accanto al protagonista, che è il bambino, diventa fondamentale la figura dell’operatore come strumento per la regolazione del comportamento e per un forte e significativo miglioramento di tutte le relazioni».
Le competenze acquisite durante il corso potranno essere di sostegno alle figure professionali di riferimento dell’associazione Genitori Arcobaleno Venafro e per tutti coloro che intendono dare un aiuto, non solo umanitario, ma anche professionale, ai ragazzi disabili e alle loro famiglie.