“Inclusione, autodeterminazione, diritto al benessere e alla felicità. Sono parole che rappresentano un obiettivo fondamentale nella vita di ognuno, e questo è ancor più vero per le persone con sindrome di Down che per tali traguardi si sono battute fermamente e ancora continuano a battersi. Per questo la ricorrenza della Giornata mondiale della sindrome di Down, che viene celebrata oggi, rappresenta un’occasione importante per riaffermare la necessità di offrire tutele reali sul fronte della non discriminazione e di una effettiva inclusione”.
Per la Garante regionale dei Diritti della Persona, Leontina Lanciano, la questione diventa ancor più stringente in questo particolare periodo storico, “in cui la pandemia ha pesato negativamente su tutti i settori, compromettendo ancora di più le esigenze delle fasce più deboli e delle persone più vulnerabili. Che in questo momento, difficile per tutti, dovrebbero poter beneficiare di un sostegno più forte rispetto al solito. Nei loro confronti le istituzioni dovrebbero spendersi ulteriormente, riservando a chi ne ha bisogno un’attenzione maggiore per ridurre le occasioni di difficoltà e alleggerire i disagi”.
Un’esigenza, aggiunge Leontina Lanciano, “che deve riguardare tutti gli ambiti a cominciare – visto l’attuale frangente – dall’aspetto sanitario. Pur risultando tra le categorie più esposte ad un rischio di contagio da Covid-19, infatti, chi convive con la sindrome di Down è ancora in attesa di ricevere le opportune vaccinazioni. Il riconoscimento dei diritti della persona passa necessariamente per la tutela del diritto alla salute, che deve trovare ora una solida applicazione. Quindi l’appello a fare di più deve partire proprio da questa necessità: ci si impegni affinché si provveda con tempestività alla indispensabile procedura vaccinale”.
È questo il primo passo, aggiunge l’organismo regionale di Garanzia, “per fornire il giusto riconoscimento e il dovuto sostegno alle istanze provenienti dal mondo delle persone con sindrome di Down. Il tema della Giornata mondiale di quest’anno è quello della ‘connessione’. Una sfida che punta all’inclusione e che si traduce nella possibilità di studiare, vivere una soddisfacente vita di relazione, costruire una famiglia e lavorare. Oggi quest’ultima necessità è avvertita con particolare impellenza. L’obiettivo è di andare oltre gli stereotipi che, purtroppo, troppo spesso ancora persistono e comprendere che il diritto al lavoro non è solo qualcosa che deve essere garantito, ma è un’occasione di arricchimento per tutti”.