RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA VITTORIO NOLA M5S MOLISE
Ad osservare l’immobilismo e il silenzio che regnano sui dossier più importanti aperti in Molise si ha l’impressione che per la Giunta regionale tante questioni irrisolte siano andate in vacanza nelle ultime settimane. Beh, purtroppo non è così. Anzi. Tante mancate risposte su altrettanti temi hanno continuato e continuano a provocare danni al territorio e ai cittadini.
Le ultime riunioni del Consiglio regionale sono state caratterizzate dalla sola discussione di interpellanze, interrogazioni e mozioni, in quanto le Commissioni regionali preposte ai vari settori non hanno varato alcun progetto di legge a causa di una immobilità politico-amministrativa ormai evidente.
Tra l’altro ritengo doveroso stigmatizzare l’atteggiamento ostruzionistico del presidente Donato Toma che, spesso, pur di non vedersi impegnato dagli atti presentati dalle opposizioni, li bolla come ‘ultronei’ o ‘pleonastici’. Ed è incredibile assistere al fatto che, intanto, tutta la maggioranza non sappia far altro che adeguarsi all’istante, limitandosi soltanto ad alzare la mano per bocciare le varie proposte.
Questo atteggiamento del centrodestra rende impossibile qualsiasi approfondimento in Aula né consente ai molisani di ottenere risposte.
Faccio alcuni esempi. Sul mega progetto South Beach di Montenero di Bisaccia, per il quale circa sei mesi fa Toma ha messo in piedi un Tavolo tecnico regionale che starebbe continuando a riunirsi, ancora non è possibile conoscere né l’effettiva consistenza dei capitali da investire né la loro provenienza. In pratica non si conosce né si capisce nulla in merito al progetto con il potenziale maggior impatto sul territorio della storia molisana.
Un piano dalle dimensioni spropositate rispetto alla vocazione del Molise che, invece, potrebbe beneficiare di opere più attrattive e di immediata utilità turistica, come la realizzazione di un ponte ciclopedonale sostenibile e debitamente attrezzato con relativi servizi, tra la Marina di Montenero e quella di San Salvo.
Un altro aspetto appare, se vogliamo, ancor più grave. Riguarda le politiche del lavoro e le politiche industriali. Penso in primis alla situazione dello stabilimento Fiat di Termoli e allo stato di attuazione della riconversione dello Stabilimento Unilever di Pozzilli.
Oppure, spostando il focus sulla gestione delle politiche attive del lavoro, penso al silenzio calato sulla sorte delle maestranze dello stabilimento ex Gam di Bojano. Ebbene, su Fiat-Stellantis e Unilever la Regione deve avere la capacità di farsi sentire lungo l’iter di rilancio. Anche dal punto di vista infrastrutturale, ad esempio rimettendo in funzione la linea ferroviaria per il trasporto merci all’interno del nucleo industriale di Pozzilli, così da ridurre il traffico su gomma che contribuisce all’inquinamento della Piana di Venafro. Invece, nel caso della ex Gam deve avere il coraggio e la capacità di fare scelte chiare e univoche, nell’interesse degli ormai ex lavoratori.
Nel corso del mio ultimo intervento in Consiglio regionale, ho sottolineato come già a fine luglio scorso avevo chiesto al presidente della Seconda Commissione consiliare, Michele Iorio, di avviare un ciclo di audizioni incentrate proprio sul lavoro e sull’occupazione. Tuttavia, a distanza di due mesi, ancora non ho ottenuto risposta. Questa mattina si è finalmente riunita la Commissione, ma solo per approvare verbali: niente audizioni e, per giunta, si è persa traccia della proposta di legge n.69 sulla tutela e la valorizzazione del settore tartuficolo.
Immobilismo e silenzio che colpiscono centinaia di lavoratori. Cittadini che, come tanti, dopo tre anni ancora attendono di capire cosa stia facendo l’amministrazione regionale di centrodestra per migliorare la qualità della loro vita.
A ciò si aggiunga il comportamento del Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, che da settimane ignora il grido delle guardie giurate addette alla sede di via IV novembre, non riconfermate dalla società subentrata dopo l'aggiudicazione della gara di appalto per la vigilanza dei siti regionali. Silenti anche Toma e Cavaliere, che si sottraggono da settimane alle richieste urgenti dei sindacati forestali, che chiedono incontri tecnici per programmare le attività utili alla salvaguardia dell'ambiente e alla prevenzione di incendi e calamità.