Il Pronto Soccorso d'Isernia ha proclamato lo stato di agitazione.
Sicuramente l'evento dello scorso venerdì, quando in una situazione di evidente difficoltà, comunicata alla dirigenza aziendale, senza avere risposte, mentre sono stato tacciato di dire cose false quando la stampa si è interessata al caso, ha costituito un momento di criticità evidente del sistema.
Il personale tutto, che combatte con queste difficoltà, si è sentito ferito e non considerato.
Pertanto sono stati consultati i sindacati e si è proceduto ad indire lo stato di agitazione.
Non possiamo scioperare perché sarebbero danneggiati i cittadini e questo non sarebbe giusto. Tuttavia un faro va acceso e mantenuto su questa criticità.
Il sistema si sta sfaldando in maniera evidente e si spera che altri reparti ed ospedali si aggreghino alla protesta insieme ad altri sindacati, alla cittadinanza e alle forze politiche nuove. Le vecchie forze politiche dovrebbero fare mea culpa, visto che hanno generato questo collasso, e cambiare strada.
Noi porteremo avanti un insieme di iniziative cercando di coinvolgere la popolazione.
Il personale è stanco, stressato e demotivato dopo anni in cui è stato costretto a sempre maggiore precarietà gestazionale.
Chiediamo che vengano ripristinati gli organici, temporaneamente ricorrendo anche a misure eccezionali quali l'interveno di Emergency, già coinvolta per le criticità calabresi.
Chiediamo il ripristino di posti letto adeguati o soluzioni , anche territoriali, che evitino che tante difficoltà del sistema vengano scaricate sui Pronto Soccorsi.
Chiediamo percorsi chiari e sicuri in rapporto alle diverse patologie senza doverci continuamente arrangiare per dare risposte ai pazienti.
Chiediamo che si creino prospettive di rilancio di un sistema morente.
Se, poi, si è deciso che va distrutto il sistema sanitario pubblico come bene comune, per privatizzare, che si proceda subito in questa direzione, evitando questa lunga agonia, e che le forze politiche si assumano in maniera chiara la responsabilità di questa scela.