Le fonti di energia alternativa vanno sicuramente incentivate per abbandonare l’utilizzo dei combustibili fossili, ma ciò deve avvenire nel rispetto delle vocazioni dei singoli territori, non senza alcun criterio logico e sostenibile. Lo abbiamo detto nei mesi scorsi a proposito di Campomarino e lo ribadiamo ora per ciò che concerne Riccia e Cercemaggiore.
Ritengo infatti che vada posta particolare attenzione su un progetto di cui si è scoperto qualcosa solo nei giorni scorsi: quello della New Green Energy srl per l’installazione di sette pali eolici dell’altezza di 105 metri, appunto tra Riccia e Cerce, al confine con la Campania.
Insomma, non proprio un impianto di piccole dimensioni considerati anche i 30 MW di capacità produttiva. Da qui i soliti dubbi, assolutamente legittimi, sulla sostenibilità ambientale e paesaggistica di certi sistemi energetici.
Dubbi derivanti anche dal fatto che la New Green Energy aveva già provato un simile ‘blitz’ nel Fortore tra 2012 e 2015, quando presentò un altro progetto simile alla Regione che si oppose con il supporto del Consiglio di Stato che bloccò tutto.
Per il progetto Riccia-Cerce, invece, come risulta anche sul sito del ministero della Transizione ecologica, tra giugno e novembre 2021 la stessa New Green ha chiesto una nuova Via ancora in fase di valutazione.
Ad ogni modo, come già fatto mesi fa per il basso Molise, ribadisco che questi impianti vanno sempre tarati in base alla vocazione del territorio.
Per questo, con il collega Fabio De Chirico e con il supporto dell’onorevole Antonio Federico, ci stiamo attivando per conoscere i dettagli del progetto presso il MiTe, competente a rilasciare la valutazione, per capire se siamo davanti ad un progetto sostenibile o davanti ad un potenziale scempio ambientale.
Ma per scongiurare questi rischi in maniera definitiva, è fondamentale che la Regione si doti di un Piano paesaggistico in modo che chiunque voglia installare nuovi impianti in Molise sappia come e dove può farlo.
È qualcosa che abbiamo già chiesto mesi fa al presidente Toma, con una mozione non ancora discussa, e che torniamo a chiedere ora.
Non solo. La Regione deve anche aggiornare il Piano energetico, i documenti di valutazione di impatto ambientale e, se necessario, deve adottare i dovuti provvedimenti per sospendere eventuali autorizzazioni fino all'adozione delle normative regionali opportune.
Solo così potremo coniugare transizione ecologica e tutela del territorio.