CGIL CISL UIL a seguito dell’intensificarsi del conflitto armato nella regione del Donbass e dell’acuirsi della crisi internazionale tra Russia, Nato e Unione Europea, condannano l’aggressione militare Russa e richiedono uno stop immediato delle ostilità.
CGIL CISL UIL aderiscono all’appello della Rete italiana Pace e Disarmo e promuovono, con altre organizzazioni, una manifestazione nazionale a Roma, a Piazza Santi Apostoli, sabato 26 febbraio alle ore 11.
Nelle prossime ore e nei prossimi giorni saranno implementate anche le iniziative nazionali e territoriali per ribadire il rifiuto della guerra, la richiesta di impegno del governo italiano e dell’Europa per una de-escalation che tutte le parti in causa devono garantire, l’assunzione della neutralità attiva per rilanciare l’azione diplomatica e la costruzione di sicurezza condivisa all’interno dell’Europa e del mondo.
Le ragioni della pace sono sempre superiori a quelle della guerra che oltre a essere portatrice di disperazione e morte è sempre nemica del lavoro e delle classi più deboli e indifese della società.
In queste ore, con il precipitare della situazione in Ucraina, il pensiero del sindacato è rivolto al popolo e ai lavoratori di quella nazione e alle tante famiglie che vivono nel terrore di ulteriori attacchi armati che evocano scenari di un periodo buio del secolo scorso che mai avremmo voluto vivere e raccontare. Al popolo ucraino va tutta la nostra solidarietà e il primo obiettivo concreto deve essere la protezione umanitaria dei civili.
CGIL, CISL e UIL del Molise saranno presenti con una loro delegazione alla manifestazione di sabato prossimo a Roma e nelle prossime ore esporranno simbolicamente, presso le proprie sedi locali, le bandiere sindacali insieme a quella della pace per ribadire il ripudio della guerra e per ricordare a tutti che la pace è un bene prezioso che purtroppo non può essere dato per scontato ma va implementato quotidianamente con azioni di solidarietà, giustizia e fratellanza che sono valori fondanti del Sindacato Confederale e dell’Europa dei popoli.