“Sto rientrando da una missione parlamentare internazionale in Polonia e in Ucraina. Insieme a colleghi e rappresentanti militari e istituzionali provenienti da altri 27 Paesi, martedì scorso ho avuto la possibilità di visitare Leopoli, città a ovest dell'Ucraina e vicina al confine con la Polonia, che più di tutte sta aiutando le persone in fuga dalla folle guerra di Putin”.
Lo dichiara il senatore Fabrizio Ortis, impegnato in prima persona in questi giorni sul confine tra i due Stati, per fornire supporto e solidarietà alla popolazione ucraina.
“Dopo aver attraversato la frontiera a Medica mi sono confrontato con le autorità del luogo — ha spiegato — intervenendo nel dibattito sul supporto a un Paese invaso da ormai oltre 80 giorni.
Hanno partecipato, tra gli altri, i deputati ucraini Oleksandr Kornyenko, vice relatore della Camera, Oleksandr Merezhko, presidente della Commissione affari esteri della Camera, Yehor Cherniev, capodelegazione dell’assemblea parlamentare Nato per conto sempre dell’Ucraina e Solomiia Bobrovska, vicecapo della medesima delegazione.
Con l’Ucraina condividiamo gli stessi valori e non possiamo che apprezzare il coraggio di chi, in difesa della democrazia, sta scrivendo la storia. L’azzardato attacco di Putin a un Paese sovrano e all’ordine mondiale ha fatto ricompattare inaspettatamente l'Europa e sta rafforzando la NATO con nuove richieste di ingresso da Paesi storicamente neutrali. L’Ucraina ha il supporto di quasi tutto il Parlamento italiano, è nostro dovere fornire loro tutto l’aiuto possibile”.
La presenza di una delegazione parlamentare italiana è stata molto apprezzata dalle autorità ucraine, che hanno ringraziato l'Italia per gli aiuti umanitari e i rifornimenti, l'accoglienza dei profughi e la solidarietà dimostrata. Il viaggio è poi proseguito in uno dei cinque centri di accoglienza di Leopoli, allestito presso un polo universitario, dove studenti e volontari si prodigano per rendere meno dura possibile la vita di chi, dall'oggi al domani, è stato costretto a lasciare le proprie case per la follia della guerra.
Il giorno dopo la tappa in Ucraina, il senatore è tornato in Polonia, a Rzeszow, ospite del sindaco della città in prima linea per lo smistamento degli aiuti e l'accoglienza dei profughi che arrivano nel Paese. Si tratta di una cittadina di 200.000 abitanti, che è riuscita a far sentire a casa propria ben 1,5 milioni di ucraini in fuga, per lo più donne e bambini.
“Non ci sono campi profughi ma solo centri di prima accoglienza in edifici pubblici — continua Ortis — poiché i cittadini polacchi hanno aperto le loro case ai rifugiati, che qui sono chiamati e considerati come ospiti. Un gesto non scontato, visti i trascorsi difficili tra le due nazioni. Come non era scontato l'appoggio militare dell'Italia. Per fortuna, il Parlamento italiano non ha tentennato nel fornire aiuti a sostegno della popolazione, scegliendo chiaramente da quale parte stare: quella dell’aggredito, non dell’aggressore”.
“La speranza – conclude Ortis - è che questa assurda guerra finisca al più presto, senza altri spargimenti di sangue. Intanto, la mia solidarietà va a tutta la nazione ucraina per la resistenza messa in atto, resistenza per cui stanno pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane e sofferenze”.