ROCCAMANDOLFI. In Italia per chiudere un importante fornitura industriale per 8 milioni di dollari, l'imprenditore americano Carlo Francalangia ha raggiunto il Molise dove si è fermato a Campodipietra per partecipare il 12 agosto alla festività di San Michele, Patrono del Paese, recarsi il giorno successivo come da antica tradizione al Santuario di Monte Sant'Angelo sul Gargano ed infine ritagliarsi prima di ripartire una giornata per visitare il meraviglioso borgo di Roccamandolfi il 14 agosto.
Accolto dal Sindaco Giacomo Lombardi, l'imprenditore insieme alla moglie Antonietta nata in Belgio da emigranti provenienti da Ponte di Piave nel Trevigiano e conosciuta a New York, alla figlia Carla e al nipote Nicholas, ha reso omaggio a Pietrangelo Cavicchia deputato di Roccamandolfi al Parlamento degli Stati Uniti, ha apprezzato che per iniziativa del Console d'Italia a Pittsburgh Joseph D'Andrea presso il locale cimitero è stata apposta una targa in ricordo dei tanti emigranti roccolani scomparsi, ha seguito con interesse la proiezione del filmato sul brigantaggio e le illustrazioni fatte da Jennifer Lombardi presso il locale Museo, e ha avuto l'opportunità di soffermarsi nelle vie e piazze del paese, nella chiesa di San Giacomo, al Castello e sul paesaggio che permette di agguantare una visuale che spazia dell'Abruzzo alla Puglia.
Nelle poche ore trascorse a Roccamandolfi accolto nel migliore dei modi da piatti locali inimitabili, Carlo ha ricordato la storia della sua famiglia ed il legame con Campodipietra. Suo padre Antonio insieme ai fratelli Giovanni e Michele emigrarono nel 1906 per gli Stati Uniti recandosi a lavorare nelle miniere del West Virginia nell'area in cui avvenne il disastro di Monongah il 6 dicembre 1907 con 86 vittime molisane e 171 italiane sulle 361 complessive. Lo zio Michele si arruolo' nel 1916 con l'esercito americano e cadde in guerra sul fronte francese nel 1918. Il padre e l'altro fratello rientrarono in Molise dove si sposarono, acquistarono altri terreni e rilanciarono l'attività di famiglia.
Le vicissitudini di quel periodo fecero emigrare verso la Pennsylvania i primi fratelli di Carlo, Beatrice e Michele, nel 1930, nel mentre un secondo fratello, Amedeo, raggiunse New Britain nel Connecticut. Nel 1938 riuscì a partire nuovamente anche il papà nonostante le limitazioni imposte dal regime, ma Carlo nato nel 1937 con la sorella Lucia di qualche anno in più e la mamma, rimasero intrappolati dalla guerra e solo nel 1953 poterono ricongiungersi al resto della famiglia in America. Carlo con emozione ha ricordato un episodio dell'autunno del 1943 quando vide arrivare su una moto due soldati americani a Campodipietra e chiesero a lui notizie di sua mamma. Uno dei due era Michele che ripercorrendo le orme dello zio si era arruolato nell'esercito americano e venne destinato al fronte italiano.
Carlo a Campodipietra aveva avuto poche opportunità per studiare e oltre ad aiutare la madre nei lavori agricoli aveva imparato bene il mestiere di maniscalco lavorando il ferro con abilità e destrezza. Questa sua dote lo porterà nel Connecticut ad avviare passo dopo passo un azienda meccanica specializzata nella produzione di motori per gli aerei e altri macchinari industriali per operatori pubblici e privati con commesse e forniture anche per il Governo degli Stati Uniti.
Con oltre 200 addetti oggi l'azienda gestita da suo figlio Mario, e con l'aiuto di 3 dei suoi quattro nipoti, è in forte espansione, non conosce crisi e ha difficoltà a reperire la manodopera specializzata pur garantendo un salario pari a 30/35 dollari l'ora per le qualifiche più significative.
È stato gratificante per la comunità di Roccamandolfi accogliere ed ospitare questo ostinato testimone della laboriosità molisana capace di non arrendersi mai e di perseguire i suoi obiettivi con riservatezza e determinazione.
Già lo immaginiamo a Milano nei prossimi giorni quando insieme ai nipoti Robert e Carlo si recherà a fare il collaudo al macchinario acquisito sottoscrivendo un contratto come mai poteva immaginare in quel giorno del 1953 quando sali sulla nave al porto di Napoli diretto a New York e continuava a salutare le zie di Campodipietra rimaste sul molo.