HISTORIA, una storia di passione con Stefania Caracciolo, voce e voce narrante e la partecipazione di Veera Kinnunen e Samuel Peron, musicisti Daniele Bocchini (trombone), Marco Postacchini (sax e flauto, arrangiamenti), Alessandro Deledda (pianoforte), Graziano Brufani (contrabbasso) e Lorenzo Ramadori (percussioni). Passione e storia del tango per una serata che, ancora una volta, conferma l’impegno e la riuscita degli eventi promossi da Fondazione Molise Cultura e dall’assessorato alla cultura della Regione Molise. In Historia, l’eroina è Stefania, si fa chiamare Esteban e riuscirà, attraverso un percorso, alla fine a riscattare la sua identità e la sua femminilità con determinazione. Indossa abiti da uomo per poter seguire la sua passione per l’arte e per emanciparsi, per ricercare sé stessa. Attraverso un gioco di figure uomo/donna, sensualità e dolcezza prende vita il personaggio di Esteban in tutte le sue sfumature. La postura da uomo, il coprire le sue forme, cantare con una voce da uomo, nascondere i suoi capelli per seguire la sua passione. L’unico tratto che richiama la sua femminilità è il rossetto. Si spoglierà alla fine non solo delle sue vesti, ma anche e soprattutto dai pregiudizi suoi e degli altri, in un percorso verso una nuova libertà e la rappresentazione di sé stessa.
Un ruolo straordinario interpretato dalla cantante Stefania Caracciolo che, con la sua presenza scenica e la sua voce straordinaria, ha reso emozionante ancor di più la narrazione. Siamo nella Buenos Aires degli anni Trenta, in una tipica milonga dove si alternano i vari volti dell’anima del tango che vivono tra passioni, vizi e virtù. Una città con radici immigratorie, dove il quartiere de La Boca mantiene, tuttora, vivo questo passato nelle sue strade. Grazie alla sua vicinanza al fiume, il quartiere divenne l’area di insediamento preferita dagli immigranti di origini diverse, che finirono con il convivere nei cosiddetti conventillos. Historia è fusione di poesia, musica e danza. Protagonisti i musicisti uniti dalla passione per un sound raffinato e la vocalità di una straordinaria interprete, il sentimento travolgente del ballo a due rappresentato magistralmente da Veera Kinnunen e Samuel Peron, il racconto di una storia di rivalsa sul maschilismo che incombe nei convertillos della Buenos Aires degli anni '30. Una storia che affronta il tema dell’emigrazione e della parità di genere. Liberamente ispirato al figura di Azucena Maizani, una delle prime donne a cantare tango degli anni trenta nel novecento, lo spettacolo nasce dall’idea artistica di Daniele Bocchini, scritto insieme a Fabrizio Brocchieri e si ispira all’opera dei due più importanti interpreti di tango del Novecento: Carlos Gardel, il leggendario cantante di tango che ha tradotto in musica e ballo i sentimenti e la passione raccontata nei Caffè della Buenos Aires degli anni ’30, e Astor Piazzolla, uno dei più grandi compositori del XX secolo, riformatore del tango e strumentista d'avanguardia cui si deve la nascita del Tango Nuevo. La storia evidenzia come il talento e la passione per la musica possano essere strumenti di emancipazioni e di sopravvivenza in una società fortemente maschilista e pregiudizievole nei confronti della libertà e della dignità della donna. Un mixer vincente che ha coinvolto tutti partecipanti passando attraverso un sound cubano di Carlos Eleta Almaran, Miguel Metamoroso e Isolina Carrillo, fino al pop internazionale di Sting, Cher e Pino Daniele e all’eleganza del Tango, del Bolero e del Tango Flamenco. Gli arrangiamenti in chiave jazzistica vogliono appunto richiamare la provocazione stilistica introdotta negli anni ‘60 da Astor Piazzolla, con elementi musicali innovativi capaci di esaltare e ampliare la potenza espressiva del tango moderno e fare di esso un nuovo modo di comunicare emozioni. La riuscita dell’evento appunto in questa straordinaria ed esaltante contaminazione che ha affascinato il pubblico presente rapito dalla potenza espressiva dei brani proposti, dalla voce di Stefania Caracciolo che narra la storia e dal tango che ha appassionato i presenti.
di Lucia Lozzi
