Sanità

Cosa sapere sulla poliomielite: sintomi, cure e l’importanza del vaccino

Pubblicato: 23-02-2024 - 814
Cosa sapere sulla poliomielite: sintomi, cure e l’importanza del vaccino Sanità

Cosa sapere sulla poliomielite: sintomi, cure e l’importanza del vaccino

Pubblicato: 23-02-2024 - 814


L'importanza del vaccino nella cura alla Poliomielite

La poliomielite, conosciuta anche come polio, è una malattia virale altamente infettiva che colpisce principalmente i bambini di età inferiore ai cinque anni: nonostante sia stata sradicata in gran parte del mondo grazie alla vaccinazione, conoscere i sintomi, le cure disponibili e la rilevanza del vaccino rimane fondamentale. L’Italia, così come l’Europa, sono state dichiarate territori sicuri ma non è così in tutto il mondo: facendo parte di un Paese molto attivo dal punto di vista della globalizzazione è importante continuare a seguire i consigli dell’OMS riguardo la vaccinazione.Nonostante attualmente nel nostro Stato il numero di infetti sia pari a zero e l’Unicef abbia affermato che nel 2020 i casi mondiali siano stati solo poche decine, è importante non abbassare la guardia per poter preservare la salute dei bimbi che sono tra i soggetti più esposti.  Se state cercando informazioni extra su cos’è la poliomielite, quali sintomi possono allarmare e l’importanza che ha avuto il vaccino può fare la differenza potete approfondire il tema con noi.



I sintomi della polio: La malattia si manifesta in due forme principali: non paralitica e paralitica. La maggior parte delle infezioni da poliovirus non mostra sintomi evidenti o si presenta con segnali lievi, simili a quelli di un’influenza, che includono febbre, mal di gola, stanchezza, nausea, mal di testa e dolori muscolari che generalmente scompaiono da soli dopo alcuni giorni.In una piccola percentuale, il virus può colpire il sistema nervoso, portando alla forma paralitica della malattia. In questo caso possono variare da una lieve paralisi, che può essere temporanea, a forme più gravi e permanenti, che colpiscono le gambe, e in situazioni estreme, possono portare alla paralisi dei muscoli respiratori, necessitando di assistenza respiratoria meccanica.



Il quadro attuale in Italia Nonostante sia ancora attivo l’obbligo di vaccinazione, in Italia la situazione è molto più tranquilla: dal 1966 una legge richiede che i bambini entro i 12 mesi (salvo problematiche di salute) si sottopongano alla campagna così da abbattere la diffusione e prevenire nuovi contagi. Basti pensare che dal 1958 al 1966 i casi nazionali contati superavano i 6000. Attualmente, l’ultimo caso è stato registrato nel 1983 ma ci sono stati due bambini non vaccinati e provenienti nell’estero nell’84 e nell’88 tanto che il nostro Paese è stato definito polio-free nel 2001.  Con i flussi migratori estremamente attivi, la prevenzione è assolutamente importante e non va abbandonata per preservare soprattutto la tutela dei più piccoli. In questi anni, ad avere la polio endemica sono nazioni come Afghanistan e Pakistan dove è in atto una vera e propria emergenza sanitaria.



Come si cura la poliomielite Attualmente, non esiste una cura specifica per la poliomielite. Il trattamento si concentra sul sollievo dei sintomi e sulla prevenzione delle complicazioni, includendo l’uso di antidolorifici, fisioterapia per aiutare nella mobilità e, nelle situazioni più gravi, supporto respiratorio. La riabilitazione è uno step importantissimo nel migliorare la qualità della vita delle persone colpite dalla forma paralitica della malattia.



Il ruolo rilevante delle vaccinazioni Il vaccino contro la poliomielite è l’arma più potente nell’eliminazione della malattia. Esistono due tipi principali: quello orale conosciuto come OPV e l’inattivato IPV. Dal 2002, anno in cui è stata dichiarata sicura l’Italia, viene impiegato solamente il secondo e non più il primo.  Entrambi sono estremamente efficaci nella prevenzione: la vaccinazione di routine nei bambini è essenziale per mantenere l’eradicazione, tanto che in Italia risulta obbligatoria per i bambini entro i 12 mesi.  Nelle aree dove il virus è ancora attivo o c’è il rischio di importazione, campagne di vaccinazione di massa continuano a essere fondamentali per prevenire focolai della malattia. Il successo di questa campagna globale ha dimostrato che l’eradicazione delle malattie con l’aiuto dei vaccini è possibile ma finché esisterà anche solo un caso di infezione, tutti i Paesi potranno essere potenzialmente esposti e quindi è importante non abbassare la guardia.



Cosa provoca la poliomielite Questo virus si trasmette principalmente per via fecale-orale, il che significa che può diffondersi con il contatto diretto con le feci di una persona infetta o attraverso goccioline respiratorie espulse da un malato che tossisce o starnutisce. È importante sapere però che può diffondersi persino attraverso il cibo o l’acqua contaminati: una volta entrato nel corpo, si moltiplica nell’intestino e nella mucosa, da dove può invadere il sistema nervoso e causare paralisi.I bambini sotto i cinque anni di età sono particolarmente esposti, ma anche gli adulti non vaccinati possono contrarre la malattia: la rapidità con cui si diffonde sottolinea l’importanza di mantenere alte le coperture vaccinali.


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