Ambiente

Energia: Coldiretti Molise, la sua produzione non puo' penalizzare cibo e ambiente.

Pubblicato: 12-03-2024 - 449
Energia: Coldiretti Molise, la sua produzione non puo' penalizzare cibo e ambiente. Ambiente

Energia: Coldiretti Molise, la sua produzione non puo' penalizzare cibo e ambiente.

Pubblicato: 12-03-2024 - 449


La nota di Coldiretti Molise

La produzione di energia pulita non può prescindere da quella di cibo e dalla tutela ambientale e del territorio. A sostenerlo è Coldiretti Molise che ancora una volta torna a denunciare l’aggressione del territorio regionale da parte dell’eolico e fotovoltaico selvaggio, senza dimenticare le grandi opere infrastrutturali per il trasporto dell’energia, come gasdotti o elettrodotti, che sempre più spesso attraversano il territorio molisano alterandone la sua vocazione agricola. La paventata costruzione di un parco eolico in alto Molise, che prevede l’impianto di sei torri altre 200 metri, è solo l’ultimo esempio, in ordine di tempo, di come il territorio regionale sia sempre più esposto al rischio di vedersi stravolto per sempre, in nome della produzione di un’energia green che la regione produce, stando agli ultimi dati dell’Eurispes, già in quantità doppia rispetto a quella che consuma.



Ma nonostante ciò sono centinaia le richieste di autorizzazioni per la realizzazione di impianti eolici o fotovoltaici su terreni agricoli del nostro territorio, avanzate da multinazionali che offrono cifre esorbitanti agli agricoltori per l’affitto dei terreni dove realizzare tali impianti, causando anche distorsioni del mercato degli affitti e delle vendite che stanno causando danni indiretti a moltissime aziende che, fra mille difficoltà, continuano a produrre, spesso anche sotto i costi di produzione, cibo per l’intera collettività.“Assistiamo ormai da anni – afferma il Presidente regionale di Coldiretti Molise, Claudio Papa - ad un proliferare inarrestabile di parchi che, insieme con infrastrutture viarie e ferroviarie creano il cosiddetto effetto selva, mettono a grave rischio vaste aree fertili della regione, fortemente vocate all’agricoltura, anche biologica, che rischia di vedere i campi fertili e produttivi invasi da impianti per la produzione di energia”.Pertanto, la difesa dei terreni coltivabili appare oggi ancor più importante dopo l’approvazione, da parte del Parlamento, della legge che vieta in Italia di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali. Una norma fortemente voluta da Coldiretti che per la sua presentazione e successiva approvazione ha promosso una raccolta firme, sostenuta oltre che dalla Regione anche da numerosi Comuni molisani. Inoltre, la stessa Europa, a seguito del conflitto tra Russia ed Ucraina, sta spingendo gli Stati membri ad aumentare le produzioni agricole al fine di raggiungere la “sovranità alimentare”. “Coldiretti - spiega il Presidente Papa - non si è mai detta contraria alle fonti di energia rinnovabile ma ha sempre avversato, e continuerà ad avversare, il proliferare indiscriminato di mega impianti che rischiano di distruggere non solo l’agricoltura, che è un settore trainate dell’economia regionale, ma anche il paesaggio, oggi più che mai fondamentale per una regione come il Molise che punta anche sul turismo per il suo rilancio socio-economico. Dunque No all’eolico e al fotovoltaico selvaggio, Si al mini eolico e al fotovoltaico sui tetti delle strutture aziendali, come recitava lo slogan della nostra petizione contro il consumo di suolo agricolo coltivabile”.Coldiretti torna quindi a chiedere alla Regione una mappatura chiara e puntuale del territorio in modo da individuare non solo le aree “inidonee”, dove non è possibile istallare nuovi impianti, come disposto dalle norme in vigore, ma soprattutto le aree dove questi possono sorgere, in modo tale da poter programmare investimenti mirati per il rilancio della nostra agricoltura. “Non possiamo lasciare – ha concluso il Presidente Papa - che la nostra regione diventi un enorme campo per la produzione di energia a scapito di quella di cibo, anche perché ciò causerebbe un impoverimento economico, acuendo la piaga dello spopolamento e dell’abbandono delle aree interne, con conseguenze nefaste per l’intera comunità regionale”.





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