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Bosco di Sant'Amico a San Pietro Avellana. Querelle e petizione popolare. La maggioranza risponde all'opposizione. La nota del consigliere Di Ludovico.

Pubblicato: 19-04-2024 - 382
Bosco di Sant'Amico a San Pietro Avellana. Querelle e petizione popolare. La maggioranza risponde all'opposizione. La nota del consigliere  Di Ludovico. Politica

Bosco di Sant'Amico a San Pietro Avellana. Querelle e petizione popolare. La maggioranza risponde all'opposizione. La nota del consigliere Di Ludovico.

Pubblicato: 19-04-2024 - 382


La nota del consigliere comunale Claudio Di Ludovico

San Pietro Avellana, l’opposizione consiliare perde la memoria sul bosco di Sant’Amico e stimola una petizione popolare. 



Tiene banco in questi giorni nel comune di San Pietro Avellana, condotto dal Sindaco Simona De Caprio, una petizione con tanto di raccolta firme, stimolata dall’opposizione consiliare al comune alto molisano. A scatenare la popolazione, sarebbe il progetto di taglio di tipo “curativo rigenerativo” riguardante il bosco di Sant’Amico. Non si comprende come un progetto nato dalla stessa amministrazione passata che oggi è in minoranza, possa avere una visione distopica rispetto a una normale e scrupolosa manutenzione del bosco rientrante tra l’altro in area SIC. Abbaglio amministrativo o strumentalizzazione politica dell’opposizione consiliare senza alcun fondamento? A rispondere attraverso un social al fine di chiarire come stanno realmente le cose è il Dott. Claudio Di Ludovico Consigliere comunale di maggioranza che intitola:

Anch'io voglio salvare il bosco di Sant' Amico, ma da tutti coloro che sottoscrivono una petizione senza aver capito di cosa si tratta. Il progetto di taglio è del tipo curativo rigenerativo in conformità di un piano di assestamento forestale approvato dall' amministrazione Lombardi nel 2014 e dallo stesso Giuseppe Sebastiano a capo dell’opposizione che evidentemente all' epoca o non lo aveva letto o non lo aveva capito. Comunque il piano fu redatto da professori universitari ed altri validi professionisti che ritennero opportuno indicare il tipo di taglio oggetto del progetto in attuazione al fine di tutelare, proteggere, conservare e rispettare il bosco. Del resto se oggi siamo tutti estasiati dalla sua bellezza – continua Di Ludovico - è perché in passato il bosco è stato regolarmente sottoposto a taglio. Con una sostanziale differenza. Oggi il bosco appartiene ad un’area SIC (Sito di Interesse Comunitario) per cui qualsiasi operazione è vincolata da numerosissime prescrizioni. Vi dirò di più. Il progetto di taglio prevede un’asportazione di legna pari a meno del 50% di quella autorizzabile ed il progettista ha voluto escludere l'utilizzo di mezzi meccanici per il ricaccio della legna. Cosa che i privati confinanti fanno regolarmente. È facile schierarsi dietro un allarme del tipo: “vogliono distruggere il bosco”, più difficile è studiare cosa si stia facendo e capire perché.

Sebastiano e i suoi amici – conclude Di Ludovico -quando hanno amministrato nella passata amministrazione hanno tagliato anche loro una particella importante del bosco di Sant' Amico. Nel 2018  credo. Ora lo hanno dimenticato e senza fornire motivazioni tecnico scientifiche o politiche valide allarmano i sampietresi chiedendo petizioni incoerenti con il loro stesso operato. Ognuno spero si dia le risposte in merito. 

Ad intervenire da un punto di vista tecnico scientifico è il Dott. Marco Maio, il tecnico incaricato che ha redatto i progetti di taglio per conto del comune di San Pietro Avellana. In relazione al recente dibattito che è maturato tra la cittadinanza di San Pietro Avellana in merito al taglio degli alberi nel “Bosco di Sant’Amico”, ritengo opportuno chiarire alcuni aspetti della vicenda, afferma Maio. Premetto che ho conseguito la laurea in Scienze Forestali presso l’Università degli Studi di Firenze e dal 1996 esercito la libera professione di dottore forestale.Ciò premesso, nell’ottobre 2022 ho ricevuto l’incarico dall’attuale amministrazione comunale di porre in essere tutte le iniziative tecniche pianificate e programmate dal Piano di Assestamento Forestale dei boschi comunali, attualmente vigente per il quindicennio 2013-2027. Tale strumento di pianificazione, finanziato con risorse pubbliche (50% comune di San Pietro Avellana e 50% Regione Molise) discende da norme dello Stato, e obbliga i proprietari/gestori dei boschi a panificare le risorse forestali e dare attuazione agli interventi previsti.

Il Piano di Assestamento Forestale approvato dal Consiglio Comunale di San Pietro Avellana è stato reso poi esecutivo con Decreto del Presidente della Giunta Regionale con Decreto n. 43 del 15 aprile 2015. Da allora, il Piano rappresenta lo strumento tecnico per una ottimale gestione dei boschi comunali, dove sono individuate le particelle forestali mature per essere utilizzate, oltre a definire l’intensità e le modalità dei tagli boschivi. Nella fattispecie, il Piano presenta al suo interno un programma dei tagli dove, anno per anno, si individuano le aree boscate da utilizzare. Nel corso di questi anni, a partire dal 2015 – continua il Tecnico incaricato - il Piano è stato quasi totalmente disatteso, nel senso che non sono stati applicati cronologicamente, secondo l’ordine prestabilito, la sequenza temporale delle particelle autorizzate al taglio. Sono stati realizzati solo alcuni progetti di taglio tra cui uno ricadente anche nel bosco di Sant’Amico. Trattasi della particella forestale n. 33 da ha 2,61 dove nel 2017 furono martellate, quindi da tagliare, 532 alberi, di cui 147 faggi (Fagus sylvatica L.), 200 cerri (Quercus cerris L.), 7 carpini bianchi (Carpinus betulus L.) e 1 Pioppo tremulo (Populus tremula L.). Tale taglio, regolarmente redatto da professionista abilitato, recepiva pedissequamente le indicazioni contenute del Piano di Assestamento Forestale, con un prelievo di massa legnosa pari a 5.202 q.li. Con tale intervento colturale, furono utilizzate circa 203 piante per ettaro, ovvero si tagliava un albero ogni 7 metri circa.

Il progetto di taglio da me redatto nel dicembre 2023 riguarda la particella 40-41 di ha 12,63 e la particella 32 di ha 9,21 tutte ricadenti nel comparto di Sant’Amico.

Le piante complessive da utilizzare, ovvero da tagliare ed esboscare sono così distinte;

Particelle 40-41 di ha 12,69: n. 409 alberi, di cui 85 cerri e 324 faggi, con una media di 32 alberi ad ettaro da asportare.

Particella 32 di ha 9,21: n. 260 alberi di cui 46 cerri e 224 faggi, con una media di 28 alberi ad ettaro da asportare, ovvero un albero ogni 17 metri circa.

Nella predisposizione del progetto di taglio e quindi nella scelta delle piante da utilizzare, ho ritenuto di applicare altresì criteri estremamente prudenziali, alla luce sia del contesto ambientale qual è appunto il bosco di Sant’Amico e sia delle recenti disposizioni nazionali e regionali finalizzate al mantenimento della biodiversità animale e vegetale (IBP). Per tali ragioni la ripresa, ovvero la quantità di massa legnosa asportabile dal bosco, si attesta al di sotto del 50% di quello autorizzato e previsto nel Piano di Assestamento forestale.

Questi sono i dati, chiari e incontrovertibili.

E’ importante ricordare che i professionisti incaricati di redigere il Piano di Assestamento Forestale avevano individuato già nel 2013 che alcune particelle forestali del bosco di Sant’Amico fossero utilizzate e correttamente riportate nel programma dei tagli.  Chi racconta che il bosco di Sant’Amico verrà distrutto da un taglio indiscriminato dice delle enormi falsità, sapendo di mentire in maniera consapevole e cinica. Il tipo di taglio previsto, saltuario o per piede d’albero è finalizzato a favorire la rinnovazione naturale sia del faggio che del cerro, oltre che degli aceri montani o dei carpini. Con tale tipo di intervento la copertura arborea non verrà assolutamente intaccata atteso che la densità di prelievo è estremamente bassa. Non vi sarà nessun impoverimento visivo dell’area tenuto conto che il tipo di intervento non consente di scoprire il suolo o creare vuoti. Se confrontiamo i dati della particella n. 33 rispetto ai dati delle particelle n. 40-41-32, ognuno può farsi un’idea precisa sulla reale strumentalizzazione dell’intera vicenda.

Chi oggi contesta il taglio degli alberi nel bosco di Sant’Amico poteva, nella fase istruttoria del Piano, sollevare dubbi sulle modalità di intervento, atteso che tale strumento, così come previsto dalle norme di settore, fu pubblicato all’albo pretorio del comune di San Pietro Avellana, al fine di consentire alla cittadinanza, compresi gli amministratori dell’epoca, di esprimere per iscritto il proprio parere di assenso o di diniego motivato.  Ad ogni modo – conclude Maio - resto a disposizione della Comunità di San Pietro Avellana per ogni chiarimento e/o delucidazione, avendo già espresso tale sentimento all’Amministrazione comunale, a cui va tutta la mia solidarietà e sostegno nel raggiungere gli obiettivi prefissati, nel bene supremo della collettività locale.           


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