MACCHIAGODENA. Nella Torretta dei Libri in Macchiagodena, architettonica e accogliente realtà dedicata al Libro, un unicum in Molise e non solo, sarà posta la targa che il Sindaco Felice Ciccone, insieme con l’Amministrazione comunale, ha voluto realizzare per celebrare il Centenario di Vincenzo Rossi, poeta, scrittore, saggista che per tanti anni ha svolto il ruolo di preside, nella Scuola media del paese. Nella targa si leggono questi versi, estrapolati dalla poesia Dalle Mainardi al Matese (I giorni dell’anima- Il ponte italo- americano, New York, 1995) “L’ occhio slargo a Macchiagodena/ che nella luce del mattino freme/e al maschio volto del Matese/il velo dischiude di novella sposa.” La targa è stata inaugurata sabato 26, in presenza del Consigliere regionale Delegato alla Cultura e al Turismo, Fabio Cofelice, del Presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia, del Presidente del Parco letterario Francesco Jovine, Maurizio Varriano, dei sindaci di Cerro al Volturno, Remo Di Ianni, e di Scapoli, Emilio Ricci, con la partecipazione di un pubblico particolarmente coinvolto.
Nel corso della manifestazione, di ampio respiro culturale, le letture di Adelchi Battista, Francesca Zivolo, Melaike Huseyin, Vincenzo Salzillo, le testimonianze di Albino Fattore, Barbara Bertolini (che ha portato anche i saluti di Rita Frattolillo), la collaborazione del Vice sindaco Corrado Del Buono, dell’Assessore alla cultura Luciana Ruscitto, e del paese, in maniera corale, hanno fatto conoscere in maniera palpitante, parte dell’ampia produzione di Rossi, che ha abbracciato oltre un sessantennio di impegno letterario. Targhe e attestati di merito, quali Il Premio per la Narrativa Goffredo Parise e per la poesia Salvatore Quasimodo, e libri portati in dono dalla famiglia dello scrittore, oltre a quelli in sola esposizione, hanno dato il segno tangibile di un costante lavoro nella e per la Cultura.
Una vera e propria sorpresa l’hanno proposta Giulia Maselli e Eugenio Auciello che in prima esecuzione, hanno fatto ascoltare in musica e canto la poesia Io non canto chi domina, particolarmente apprezzata da tutti i presenti. La sala del Castello di Macchiagodena, e tutto il Maniero risplendente di luci azzurre e fiammelle accese, hanno accolto una Celebrazione che rimarrà nella storia di questo paese che al libro ha dedicato e continua a farlo, la sua attenzione e la realizzazione di proposte tangibili e di spicco nazionale.
Io non canto chi domina
non canto superbe bandiere
non voglio nel mio canto
orgogliose città e fragori
di folle e di macchine
perché io canto la pioggia
e la sua musica sulle foglie.
canto il silenzio delle strade
che dormono il sonno delle stelle
canto il sorriso dei fanciulli
allegri come l’erba dei sentieri
il palpito puro dell’intelligenza canto
e l’innocente bellezza d’ogni cosa
canto i fiumi che si perdono
in pigre anse in fondo alle pianure
canto le colline addormentate
negli ampi meriggi assolati
con la cipolla che gorgoglia
e odora nel tegame
ma non canto giammai chi domina
e con rullìo di tamburi disperde
il disperato grido di un fratello.