Le associazioni Salviamo l’Orso, Intramontes, Club Alpino Italiano Sottosezione di Bojano, Associazione Falco, Italia Nostra Sezione di Campobasso, Consulta Giovanile di Bojano, Via Micaelica Molisana, Molise Avventura, EFFERVESCIENZE ODV, Ente Nazionale Protezione Animale (ENPA) Sezione provinciale Isernia, Associazione per la Ricerca, la Divulgazione e l'Educazione Ambientale (ARDEA), Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti, Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) Abruzzo e Molise, Io non ho Paura del Lupo, Rewilding Apennines, il Consorzio apistico “Con le api” e “Con le api Bojano”, vogliono ribadire il proprio supporto alle istituzioni che stanno lavorando all’attuazione del difficile iter istitutivo del Parco Nazionale del Matese.
Concordi con le dichiarazioni del Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Dott. Luciano Sammarone, del sindaco di Barrea, Dott. Aldo Di Benedetto, e con la testimonianza dell’allevatore Nunzio Marcelli, che opera nella più antica area protetta dell’Appennino centrale, le scriventi riaffermano la loro opinione che l’istituzione del Parco rappresenti un’opportunità enorme per le comunità matesine. Sentiamo l’esigenza di ribadire la nostra posizione ed il nostro supporto poiché, ad oggi, questa importante iniziativa che tutela gli interessi generali della collettività, sia a livello locale che nazionale e che è partita non meno di quarant’anni fa, superando notevoli ostacoli, sta ancora subendo attacchi da parte di alcune categorie che difendono interessi privatistici particolari. Alcuni esponenti del mondo agricolo e delle associazioni venatorie stanno protestando vivacemente contro la legge istitutiva del Parco Nazionale del Matese, facendo passare il messaggio che questa sarà “una disgrazia” per il territorio.
Le nostre associazioni ritengono, invece, che sarà finalmente un’occasione di tutela e salvaguardia dall’illegalità dei valori naturali, storici e culturali dei luoghi, per porre alla ribalta nazionale un’area che oggi pare essere di esclusivo appannaggio di alcuni “utilizzatori”, ostaggio di una visione di sfruttamento delle risorse naturali che bisogna superare. Promuovere ed attuare una gestione oculata, responsabile e legale del territorio, nel rispetto delle norme, è l’unico strumento a disposizione delle comunità, soprattutto nell’interesse dei produttori locali, per beneficiare correttamente di un “marchio di qualità” dei prodotti, nonché di misure di premialità, come ad esempio i rimborsi per i danni da fauna selvatica che oggi entrambe le regioni interessate, Molise e Campania, stentano a erogare e mai in misura adeguata. Alcuni allevatori temono le regole del Parco, dettate da una legislazione che considera le comunità locali quali perno del corretto funzionamento delle pratiche agrosilvopastorali di un territorio, e che non vieta di praticare la zootecnia, nonché altre attività tradizionali come la raccolta di funghi e tartufi.
Forse essi prefigurano e temono che un ente sovraordinato, in quanto di carattere nazionale, faccia rispettare leggi che oggi non sono onorate secondo prassi consolidate, ma illegali? Tali associazioni hanno sollevato proteste contro la regola di demonticare gli animali, dimenticando che l’osservanza di questa norma è prevista dalle leggi regionali e nazionali già esistenti. Suona alquanto ingenuo ammettere pubblicamente, con il tono della protesta, di non rispettare questa regola perché ne deriverebbe un danno economico in primis per la propria azienda, oltre che per il territorio coinvolto. Tutto ciò ci permette di evidenziare quanto sia strumentale ed egoistica la posizione di questi oppositori al Parco, taluni nemmeno locali ma parte di una “legione interregionale di solidarietà contro i vincoli delle aree protette”, nelle quali svolgono comunque la propria attività. Dispiace dover rammentare il “principio di legalità”, che dovrebbe essere alla base del vivere civile, lo stesso principio che sanziona chi non rispetta le regole, dai luoghi delle città alle cime delle montagne. Serve forse ricordare agli attuali “utilizzatori” delle aree interessate dal nascente Parco Nazionale che esiste anche il principio “chi inquina paga” della Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale per cominciare seriamente a valutare il loro impatto nei confronti dell’acqua, del suolo o degli ecosistemi? Riguardo all’altra principale categoria di oppositori, i cacciatori, questi stanno dimostrando ancora una volta di non riconoscere la supremazia dello Stato – quindi della totalità dei cittadini da esso rappresentata – per quanto attiene alla gestione della fauna, appunto patrimonio indisponibile dello Stato ai sensi della legge 157/92. Tuttavia, la posizione di alcuni esponenti della categoria era nota fin da quando hanno disertato gli incontri di concertazione per la realizzazione e perimetrazione dell’area protetta proposti dalla “Consulta del Matese”, organizzando incontri paralleli e pregiudizialmente contrari.
A testimonianza di quanto sia relativa la difesa di alcune posizioni, che, nella percezione dei concessionari, da concessioni temporanee dello Stato si sono trasformate in diritti acquisiti, ricordiamo quanto sia altrettanto legittima la richiesta di un altro portatore di interesse locale, quale ad esempio l’associazione Via Micaelica Molisana, che auspica l’inclusione nel perimetro del Parco delle aree planiziarie attraversate dal Tratturo, escludendole quindi dall’attività venatoria, con l’intento di ripristinare in queste aree l’interazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, storici, culturali e delle attività agrosilvopastorali tradizionali. Ogni posizione è legittima, ma le associazioni scriventi vogliono ricordare che la società civile e i suoi portavoce politici, che, con il loro impegno, hanno portato alla promulgazione della legge istitutiva del Parco Nazionale del Matese del 27 dicembre 2017, n. 205, non sono rappresentati da coloro i quali negli ultimi giorni si sono opposti al Parco, ma da migliaia di altre persone che vedono nell’area protetta un’occasione per migliorare le condizioni ambientali ed economiche delle aree matesine e limitrofe, in un’epoca in cui gli effetti dei cambiamenti climatici e di declino della biodiversità dovrebbero convincere tutti dell’urgenza di un’operazione di tutela, anziché perseverare nella gestione “anarchica” che sembra invocata da alcuni esponenti delle suddette categorie. Si ritiene che oggi, più che parlare di quello che il parco toglie cioè privilegi e impunità, si dovrebbe parlare di ciò che il parco porta alle comunità ossia:
• tutela della ricchissima biodiversità di un territorio che per tale ragione è stato ritenuto di notevole interesse nazionale e bisognoso di una gestione specifica e straordinaria con la legge dello stato istitutiva del parco;
• tutela dell’eccezionale patrimonio culturale e paesaggistico;
• garanzia di una seria difesa del territorio e delle comunità che vi risiedono rispetto a eventuali tentativi di installazioni di impianti industriali pericolosi e altamente impattanti sia all’interno che all’esterno delle aree perimetrate, quali industrie manifatturiere, di riciclaggio, chimiche, eoliche, ecc.;
• rilancio di un’economia stagnate e recessiva, attraverso la promozione a livello nazionale di un territorio tuttora marginale e scarsamente frequentato, che porterà il Centro Molise nell’ambito del turismo nazionale, con effetti positivi non solo sull’intera filiera agro-alimentare ma soprattutto sul commercio, sulla ristorazione e la ricettività;
• finanziamenti e investimenti veicolati direttamente dal parco verso il territorio, per attività di ripristino, valorizzazione, tutela, risarcimenti, compensazioni e contributi vari. A tale riguardo è forse il caso di ricordare che questi anni di colpevole stasi delle procedute di istituzione del parco, secondo stime ufficiali di cui ci riserviamo di fornire dati precisi, i territori del parco hanno perso investimenti per circa 18 milioni di euro (nello stesso periodo, il parco di Pantelleria ne ha ricevuto e spesi ben 15).
Già quarant’anni sono passati da quando si è iniziato a parlare di Parco del Matese, quante altre generazioni dovranno passare per vederlo realizzato e finalmente protetto? Le Associazioni scriventi auspicano che il parco venga finalmente istituito e che, per il pubblico interesse, parta una sapiente utilizzazione di questo prezioso patrimonio, oggi usufruito solo da minoranze tenacemente attaccate ai loro interessi privati, indifferenti a quelle ormai vitali necessità di protezione di tali rare ricchezze naturalistiche, che appaiono sempre di più oasi di naturalità all’interno di un territorio, quale quello nazionale, sempre più cementificato, inquinato e degradato. E per tali ragioni che si chiede al comune di non ridurre le aree già perimetrate e semmai di ampliarle alle fasce tratturali.
Firmato: Salviamo l’Orso (Presidente Stefano Orlandini)
Intramontes (Presidente Eugenio Auciello)
Italia Nostra sezione di Campobasso (Presidente Gianluigi Ciamarra)
Club Alpino Italiano Sottosezione di Bojano (Presidente Erennio Amatuzio)
Associazione Falco (Presidente Alessio Papa)
Consulta Giovanile di Bojano (Presidente Samuele Doganiero)
Via Micaelica Molisana (Presidente Maria Antonietta Romano)
Molise Avventura (Presidente Pietro Mastrobuono)
EFFERVESCIENZE ODV (Presidente Olimpio Ritota)
Ente Nazionale Protezione Animali Sezione provinciale Isernia (Presidente Simona Martino)
Associazione per la Ricerca, la Divulgazione e l'Educazione Ambientale (Presidente Rosario Balestrieri)
Lega Italiana Protezione Uccelli (Delegato Regionale Abruzzo e Molise Stefano Allavena)
Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti (Segretario Fabio Borlenghi)
Io non ho Paura del Lupo (Presidente Daniele Ecotti)
Rewilding Apennines (Presidente Antonio Carrara)
Consorzio Apistico “Con le Api” (Presidente Simone Sollazzi)
Con le Api Bojano (Titolare Gino Priolo)