RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA SENATORE MOLISANO DEL PD ROBERTO RUTA.
ROMA. Con la votazione di questa mattina, in Senato, diventa legge dello Stato Italiano il ddl sul lavoro autonomo per garantire alcune prime forme di tutela sociale, oggi assenti, a quanti non imprenditori svolgono un lavoro senza vincolo di subordinazione.
Il provvedimento è articolato in tre Capi, il primo dei quali è dedicato ai rapporti di lavoro autonomo e all'istituto dell'indennità di disoccupazione per i lavoratori con un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa (in particolare, si riconosce in via permanente, a decorrere dal 1° luglio 2017, l'indennità di disoccupazione denominata DIS-COLL, ai collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto iscritti in via esclusiva alla relativa Gestione separata, non pensionati e privi di partita IVA e la si estende agli assegnisti e ai dottorandi di ricerca con borsa di studio in relazione agli eventi di disoccupazione verificatisi a decorrere dalla stessa data).
Il Capo II contiene norme relative al cosiddetto lavoro agile, quello che nella letteratura viene anche chiamato smart working. Al Capo III vi sono disposizioni finanziarie e finali.
Con questo provvedimento si definisce il lavoro autonomo come occupazione senza vincolo di subordinazione e quindi di orario e di luogo di prestazione.
E' una linea di demarcazione fondamentale, stabilita dalla riforma del lavoro per smascherare abusi e false partite Iva e riconoscere più diritti ai tanti lavoratori autonomi non imprenditori del nostro Paese, soprattutto giovani.
Secondo l'ultimo Rapporto Censis, infatti, l'Italia è il paese europeo con il più alto numero di giovani lavoratori autonomi, 941 mila tra i 20 e i 34 anni, contro gli 849 mila inglesi e i 528 mila della Germania. Il tentativo che si prova a realizzare con questa normativa è quello di garantire tutele e riconoscere diritti ai lavoratori autonomi: si estende il congedo parentale di 6 mesi ai genitori entro i 3 anni di vita del bambino; si riconosce l'indennità di maternità pur continuando a lavorare; in caso di infortunio o malattia viene sospeso il pagamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi e sono estese le tutele per la sicurezza e per la prevenzione dagli infortuni e dalle malattie.
Sul fronte economico, si aumentano le deduzioni e viene applicata la tutela dei tempi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche, mentre i liberi professionisti potranno aggregarsi in reti, consorzi o forme associate per accedere ai bandi di gara.
Per la prima volta e in termini comuni a tutti i lavoratori tanto dipendenti, quanto indipendenti viene codificato esplicitamente il diritto promozionale all'apprendimento quale fondamentale tutela del lavoratore per la propria occupabilità. Esso diventa effettivo, per i lavoratori autonomi, attraverso l'incentivazione fiscale delle spese per autoformazione (deducibilità delle spese di iscrizione a master e corsi di formazione, convegni e congressi oltre a tutte le altre spese relative, quali soggiorno e viaggio) e, per i lavoratori subordinati, attraverso l'autonomia negoziale cui sono demandati anche i modi per sanzionare o incoraggiare i comportamenti.
La normativa approvata prevede inoltre l'istituzione di un tavolo permanente presso il Ministero del lavoro affinché il Ministero stesso, il Governo attraverso di esso e le associazioni rappresentative delle libere professioni e del lavoro indipendente possano discutere e approfondire ulteriormente le problematiche che in questo provvedimento non è stato possibile risolvere, soprattutto riferite ai modelli previdenziali oltre che al tema della formazione.
Infine, si prevede che centri per l'impiego e gli intermediari dovranno dotarsi di uno sportello dedicato al lavoro autonomo. E' del tutto evidente come sia necessario verificare l'efficacia e la ricaduta di questa normativa a sei mesi dall'entrata in vigore: è una prima azione concreta che garantisce diritti e tutele a tanti lavoratori autonomi specialmente ai più giovani.