Il sottoscritto cittadino, in esecuzione delle disposizioni governative nazionali, regionali, di Protezione Civile, di organismi sanitari, relative alle misure da adottare per contrastare e prevenire possibili contagi da Covid 19, dalla data della loro emissione ed anche, responsabilmente, da giorni prima, unitamente al proprio nucleo familiare, ha assunto chiaramente e senza misure “alternative”, la posizione di “arresti domiciliari” volontari, proprio per limitare forme di contagio e per meglio far lavorare il personale sanitario, già fortemente impegnato sul fronte di “guerra”!
Inoltre, il sottoscritto, da sempre impegnato su fronti di lotta per i diritti civili, sempre in osservanza delle suddette disposizioni ma anche da prima, ha evitato di portare proteste sul territorio e si è anche censurato dal tenere conferenze stampa, sempre allo scopo di proteggere i cittadini, i giornalisti o chiunque altro interessato a tali iniziative mediatiche.
La situazione drammatica non concede deroghe in nessuna misura, persino gli addetti ai lavori rilasciano interviste on line, a partire dai responsabili dei vari settori della società. Alla luce di quanto esposto, certamente chiaro e noto alle SS.LL. ancor più che al sottoscritto, chi scrive si chiede e chiede alle SS.LL. medesime come sia stato possibile far approdare nel territorio della città di Isernia, nella giornata del 16 marzo scorso, una troupe della trasmissione delle reti Mediaset, condotta dalla sig.ra D’Urso, Pomeriggio 5, per realizzare un servizio del quale decisamente nessuno avvertiva la necessità, ancor più in una realtà che fortunatamente registra numero zero di casi positivi al maledetto virus!
Viviamo il coprifuoco e lasciamo i cittadini in balia di “avventurieri” vogliosi solo di scoop, giammai preoccupati di cosa, con la loro “ingiustificabile” e superflua presenza, possano rappresentare in termini di possibile veicolo virale. Non si giustifica in nessun modo!
Del resto, chi conosce lo scrivente sa bene quanto tiene agli aspetti comunicativi essendo egli stesso un comunicatore ma ciò non toglie che il diritto-dovere di cronaca, in certi dolorosi momenti, possa essere esercitato con giuste e sacrosante cautele, le stesse che i media regionali stanno giustamente rispettando, muovendosi sul campo per tempi ristretti, il necessario, l’indispensabile e seguendo tutto il resto da studio, onde evitare disastri maggiori. Inoltre, in casi come questi, sarebbe logico nell’ambito di misure così stringenti e che coinvolgono l’intero panorama nazionale, attenersi a servizi giornalistici destinati ai soli TG e non anche di inopportuno e superfluo intrattenimento.
IN MODO PARTICOLARE, APPARE RISPONDENTE ALLE VIGENTI PRESCRIZIONI NON PERMETTERE ALLE TROUPE TELEVISIVE, RADIOFONICHE E DI VARIE TESTATE CARTACEE, DI SCONFINARE PERICOLOSAMENTE IN ALTRE REGIONI, A MAGGIOR RAGIONE SE TALI OPERATORI PROVENGONO DA ZONE DEL PAESE MESSE IN GINOCCHIO DAL COVID 19 E QUINDI PIU’ A RISCHIO PER SE STESSI E PER GLI ALTRI. Alla luce di quanto esposto, si chiede alle SS.LL. di conoscere i motivi che hanno potuto consentire tale inopportuna e pericolosa presenza in città, anche e soprattutto dopo aver visionato il filmato nel quale, diversamente dagli ottimi amici intervistati ed impegnati sul territorio, correttamente provvisti delle precauzioni richieste in tali circostanze, l’intervistatrice disinvoltamente, esibiva con nonchalance anche ammiccanti sorrisi, di prassi in trasmissioni di tale tenore.