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Presentato a San Potito Sannitico l'ambizioso progetto "Valigia di Salvataggio"

Pubblicato: 16-12-2021 - 552
Presentato a San Potito Sannitico l'ambizioso progetto "Valigia di Salvataggio" Territorio

Presentato a San Potito Sannitico l'ambizioso progetto "Valigia di Salvataggio"

Pubblicato: 16-12-2021 - 552


Presentato a San Potito Sannitico l'ambizioso progetto "Valigia di Salvataggio"

SAN POTITO SANNITICO - Lo scorso 11 dicembre, presso l’auditorium comunale a San Potito Sannitico, si è svolto il convegno “Valigia di Salvataggio”, organizzato e fortemente voluto da Amelia Izzo, presidente della onlus ODV-dopo il silenzio, e da Laura Anna Feola, consigliera dell’amministrazione comunale di San Potito Sannitico. “Trattasi di una concreta iniziativa per poter rispondere alle richieste delle tante donne in fuga che sempre di più chiedono aiuto”. Questo il motivo che ha mosso gli organizzatori.

Importanti ospiti hanno preso parte alla presentazione di questo progetto ambizioso: Giuseppe Scialla, garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Campania;

Maria Matano, psicologa e psicoterapeuta (presidente ODV Dopo il Silenzio a San Potito Sannitico); Adele Viciglione, ex giudice del Tribunale dei Minori di Napoli; Armida Vitale, assistente sociale territorio Napoli 2ASL;

Giuseppe Comino, direttore d’orchestra - progetto col Comune di Napoli Conservatorio per i ragazzi dei quartieri spagnoli; Amelia Izzo, presidente dell Università Polpolare del Matese associata CNUPI e referente Regione Campania del progetto "Valigia di Salvataggio" dell'ass. DIRITTI CIVILI NEL 2000 e SALVAMAMME Roma.

La valigia a cui si allude, e tutto ciò che essa contiene, vuole attutire il senso di rinuncia e di perdita sostituendolo con l’idea di un nuovo inizio, attraverso i beni consegnati e attraverso l’insieme di azioni a sostegno della persona, così da rendere centrale e concreto il messaggio della ripartenza.

 

La “valigia” reca in se un pregio inestimabile: nel momento dello smarrimento e della disperazione è la testimonianza di un conforto, un segno di accoglienza e partecipazione, l’offerta di un riferimento alla comunità e di un’appartenenza.

“La donna che subisce violenza da parte dell’uomo deve sapere che non è sola, che ci sono anche le istituzioni pronte ad accogliere le richieste di aiuto per attivare tutti gli strumenti necessari a tutela della loro libertà e a salvaguardia della loro dignità. Perché il compito di un’amministratrice è anche mirare ad azioni che consolidino una cultura di rispetto e di tutela del ruolo femminile all’interno delle mura domestiche, del lavoro, della società”. Ha precisato la consigliera comunale Laura Feola.

 

 




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