Domani, 14 luglio 2023, sarà presentato a Cerro al Volturno, in piazza Santa Maria 5 del Rione Castello, il I Volume – Dizionario del dialetto cerrese dell’opera a tre volumi “Cerro al Volturno – Profilo di una civiltà contadina: Lingua, Storia e Territorio”.
Frutto di una ventennale opera di ricerca da parte di un gruppo di studiosi locali (Ida Di Ianni, Albino Fattore, Domenico Izzi, Emiddio Izzi, Vincenzo Testa) che hanno inteso indagare sui molteplici aspetti della vicenda umana, storica, architettonica e antropologica degli abitanti di Cerro al Volturno, dalla prima edizione del volume, edito già nel 2012, si è così giunti alla redazione ex novo di testi riferiti alla anche alla Storia, all’Architettura e al Paesaggio naturale e antropico che hanno richiesto pertanto la ripartizione dell’opera in tre volumi:
1 - Dizionario del dialetto cerrese
2 - Storia e Architettura
3 - Paesaggio naturale e antropico.
Il primo volume (Dizionario del dialetto cerrese), sia sotto l’aspetto contenutistico sia sotto quello editoriale, rappresenta pertanto un prodotto nuovo rispetto alla precedente edizione, a partire dal formato (cm 21x29) e dalle 350 pagine così suddivise: Fonetica e grammatica del dialetto cerrese; Dizionario Italiano-Cerrese; Dizionario Cerrese-Italiano; Strutture abitative; La vita quotidiana; Proverbi e modi di dire; Canti, filastrocche e preghiere. In copertina, particolare del francobollo della serie “I castelli d’Italia” edito dall’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato nel 1980 raffigurante il castello di Cerro al Volturno. Disegno di E. Donnini.Nell’epoca della globalizzazione, in cui le comunicazioni avvengono attraverso congegni elettronici che da una parte sono il frutto di un progresso inevitabile, ma dall’altra tolgono il piacere di comunicare guardandoci negli occhi, parlare del dialetto può sembrare ad ogni modo anacronistico.Di fatto non è così: il dialetto fa parte del bagaglio culturale che ognuno di noi porta con sé sin dalla nascita ed è l’inevitabile segno che ci fa dire che apparteniamo a un certo luogo, a un certo tempo e ci identifica e colloca nel posto preciso della nostra storia personale.Il dialetto rappresenta la nostra etichetta, le nostre radici, la nostra carta d’identità. Il dialetto inteso come lingua è il mezzo che identifica tutto: i soprannomi, i rioni, le località. Il dialetto dà nuova forma alle parole, riesce a rendere l’idea prima ancora di ridurla in termini precisi: a volte armonizza e a volte indurisce.Il dialetto è l’espressione di un popolo, è come un abito fatto su misura, una spugna che assorbe fatti, episodi, luoghi, persone e li restituisce con profilo e identità precisi, ma soprattutto con un’anima. I tre volumi cercano dunque di far sintesi sui molteplici aspetti che hanno creato la civiltà contadina cerrese e che, negli ultimi anni, si va esaurendo sotto la spinta dell’omologazione a cui sono soggette le nuove generazioni. Un’opera omnia mai sinora scritta su questa comunità che si dota così, come poche altre comunità, di uno strumento indispensabile per conoscere passato e presente della sua gente e della sua specifica civiltà.