Sì alla riforma costituzionale, senza se e senza ma. E’ nato anche in provincia di Isernia il Comitato per il Sì al referendum in programmail prossimo ottobre. Nei giorni scorsi i promotori - tra cui avvocati,
professori universitari, professionisti, dipendenti pubblici e privati- si sono riuniti ed hanno nominato all'unanimità Antonio Tedeschipresidente del "Comitato Pentro per il Sì". L’ex assessore provinciale
ha definito come “evento storico” la riforma costituzionale (ddlBoschi): “Nel complesso è un buon testo.
Ho deciso di impegnarmi inprima persona perché dopo venti anni di discussioni e tante inutili
parole, abbiamo finalmente un’occasione di cambiamento e miglioramentodell’architettura dello Stato che non dobbiamo lasciarci sfuggire”. Il Comitato agli inizi di giugno organizzerà un primo incontro per
informare i cittadini ed illustrare chiaramente gli obiettivi della riforma che ad ottobre dovrà passare al vaglio degli italiani. Saranno presenti, tra gli altri, professori di diritto costituzionale e parlamentari della Repubblica. “Il Comitato pentro per il Sì” girerà poi l’intera provincia di Isernia per spiegare nel dettaglio le ragioni del Sì al referendum costituzionale “Occorre dire Sì alla riforma perché il bicameralismo perfetto è un sistema superato, che allunga inutilmente i tempi delle decisioni politiche – commenta Antonio Tedeschi -. Con l’approvazione del
referendum, solo la Camera potrà conferire o revocare la fiducia al governo e sarà protagonista del procedimento legislativo. Il Senato verrà quindi ridotto da 315 a 100 membri, con mandato gratuito. Comunque i rappresentanti molisani resteranno due. Tra le altre misure – aggiunge il presidente del “Comitato pentro per il Sì” - è prevista
l’eliminazione della competenza concorrente tra Stato e Regioni che tante problematiche ha causato finora. Un altro punto riguarda l’esclusione dei responsabili del dissesto degli enti territoriali dalla funzione di amministratori locali o regionali. Inoltre, se vincerà il Sì, verrà introdotto un limite agli emolumenti dei titolari degli organi regionali. Per quanto riguarda la tutela della rappresentanza, la riforma prevede anche l’abbassamento del quorum per la validità di un referendum abrogativo: se richiesto da almeno 800.000 firmatari, il referendum sarà valido con la maggioranza dei votanti alle elezioni politiche precedenti. Tanti i cambiamenti per snellire il processo decisionale e per ridurre i costi della politica tutelando comunque la rappresentatività. Con il Sì al referendum le Province cessano di essere un’articolazione territoriale della Repubblica ed è abrogato ogni riferimento ad esse nella Costituzione.
Questo ovviamente senza alcuna perdita di risorse per il territorio (strade, scuole, ecc.). Infine viene soppresso il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, con conseguente decadenza di tutti gli organi e dei suoi componenti”.