Campobasso: Alessandro Pascale scrive a Berlusconi e chiede ufficialmente la candidatura al collegio uninominale per la Camera dei Deputati o il Senato. “Sono rimasto in Forza Italia quando tutti sono scappati via”.
Campobasso: Alessandro Pascale scrive a Berlusconi e chiede ufficialmente la candidatura al collegio uninominale per la Camera dei Deputati o il Senato. “Sono rimasto in Forza Italia quando tutti sono scappati via”.
Il consigliere di opposizione del comune di Campobasso rivendica un posto d’onore alla prossima tornata politica di marzo.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ALESSANDRO PASCALE
Egregio Presidente,
Illustrissimi Amici
Mi chiamo Alessandro Pascale, sono consigliere comunale di Forza Italia a Campobasso. L’unico coerentemente e limpidamente ancora al suo posto all’opposizione delle sinistre. Sono rimasto all’interno del partito anche quando, cambiato il vento del favore popolare, sono scappati tutti dal partito per essere eletti nella maggioranza delle sinistre al Comune di Campobasso.
Non ho lasciato gli azzurri nemmeno successivamente, come ha fatto sostanzialmente qualcun altro durante la legislatura, in cambio di promesse per sé o di strapuntini per i propri congiunti.
Per questo credo di meritare rispetto da parte dell’attuale classe dirigente di Forza Italia, nazionale e locale. Ormai da ben oltre quindici anni lavoro e porto voti a Forza Italia e, prima, al PDL. Grazie al questo partito, ho maturato un curriculum politico di rilievo con esperienze gratificanti.
Infatti, tra gli altri incarichi, sono stato assessore comunale ai Lavori Pubblici; rappresentante della provincia di Campobasso al Nucleo Industriale di Termoli; nel CdA dell’Ente Fiera della Cittadella dell’Economia; e ancora nel Consiglio d’Amministrazione del Convitto Nazionale “Mario Pagano”. Un curriculum politico ricco di esperienze formative e in prima linea, rispetto a chi si affaccia oggi nell’agone politico.
Così, pertanto, io sono rimasto coerente e non sono fuggito mentre gli altri, nel momento di buio, hanno cercato altre strade, tradendo anche Lei, egregio Presidente, che aveva dato loro piena fiducia.
Io, invece, sono rimasto al mio posto, continuando a lavorare per Forza Italia.
Per queste ragioni, mi rivolgo a tutti Loro, in quanto vertici nazionali e locali del partito di Forza Italia, per rappresentare che, dopo ben oltre quindici anni di impegno costante e coerente di dedizione piena in politica e nelle istituzioni a favore del nostro partito, posso tracciare un bilancio più che positivo del mio lavoro al servizio dei cittadini e delle istituzioni della mia città e della mia regione.
Nonostante sia appena quarantenne, ho già maturato una solida esperienza politica, misurandomi con le difficoltà delle competizioni elettorali comunali e regionali, con le asprezze della gestione amministrativa della cosa pubblica e con l’imprescindibile dialogo con i cittadini pur in momenti storici, come quelli attuali, nei quali il facile populismo e il più vieto qualunquismo, talvolta, sembrano prevalere sulla politica intesa come civile e fecondo strumento di confronto e di crescita democratica.
Invece qui in Molise, il PDL prima e Forza Italia dopo, sembra non tener in alcun conto i miei sforzi e i miei sacrifici, le mie lotte e la mia passione.
Insomma, le solite liturgie della vecchia vecchissima politica e le logiche di infimo conio di una politica ammuffita e ripiegata su sé stessa che, a tutti i costi, non vuole trarre le conseguenze, a tutti evidenti, dei propri continui fallimenti. L’opacità di liturgie correntizie di chi in politica persegue scelte e iniziative padronali, liturgie non più tollerabili per le quali, anziché dare spazio a nuove energie e a nuove idee, si ricorre a espedienti meschini e miserabili per collocare per l’ennesima volta l’impresentabile, ma servile, “yes-man” di turno.
A questo sistematico accantonamento, ho contrapposto lunghissimi anni di impegno politico sempre dalla parte dei più indifesi, dei meno abbienti, dei più bisognosi, dei meno rappresentati nei circuiti del potere locale.
Lunghissimi anni nei quali mi sono speso senza risparmio, sacrificando i miei affetti, i miei interessi economici, il tempo da dedicare alle imprese di famiglia.
Lunghissimi anni durante i quali ho sempre compresso le mie legittime aspirazioni, ho sempre posposto la mia persona, ho sempre ceduto il passo ad altri che credevo più meritevoli e più capaci di rappresentare gli ideali e i valori per i quali si entra in politica e ci si mette in gioco, sottoponendosi al giudizio insindacabile del corpo elettorale, dei cittadini, della comunità nella quale si opera e per la quale ci si adopera.
Lunghissimi interminabili anni di battaglie politiche condotte per consapevole scelta lontano dalla ribalta, dai taccuini e dalle telecamere, ma vicino a chi non è neppure censito da certi signorotti del potere regionale perché estraneo ai cappi delle clientele, a chi ha orgogliosamente rifiutato di farsi mappare nelle liste delle truppe cammellate di chi, ieri, ha portato il Molise allo sfascio e, oggi, ancora reclama sfacciatamente uno strapuntino e il ruolo di regista, se non di padre nobile, dell’area di centrodestra.
Lunghissimi anni costellati sì da qualche gratificazione ma, purtroppo, contrassegnati anche da tante delusioni procuratemi da voltagabbana che con sfrontatezza non hanno esitato a chiedermi sostanziosi interventi in campagna elettorale, salvo dileguarsi nelle occasioni in cui ho avuto la necessità di rappresentare situazioni socialmente critiche e di umana sofferenza. Per queste ragioni, egregio Presidente, Le chiedo con rispetto e umiltà, di voler valutare la mia piena disponibilità a candidarmi, sotto le insegne del nostro partito, nel collegio uninominale per la Camera dei deputati o per il Senato della Repubblica, qui nella circoscrizione di Campobasso. Colgo l’occasione per ringraziare tutti Loro per l’attenzione dedicata a questa istanza.