RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA PORTAVOCE MOVIMENTO CINQUE STELLE MOLISE
La situazione del nuovo cluster presso l’Istituto Ircss Neuromed, dove sono già 9 i pazienti risultati positivi al Covid 19, impone azioni immediate. Non è ancora chiaro se si tratti di pazienti molisani o di extraregionali. Il dubbio ci viene dal fatto che proprio la confinante provincia di Caserta risulta quella più interessata dal contagio in Campania e molti dei medici che operano al Neuromed provengono da quell’area. La direzione del Neuromed ha inizialmente chiesto alla Asrem, con una nota ufficiale, di trasferire gli 8 pazienti positivi, ricoverati in Neuroriabilitazione, presso il Cardarelli di Campobasso. La richiesta sarebbe dettata dalla mancanza di un reparto di Malattie Infettive nella struttura di Pozzilli, dichiarando che l’operazione di trasferimento sarebbe coerente con il Piano organizzativo dei posti letto di malattie infettive, adottato con Deliberazione Asrem di ieri, 18 marzo, che individua il Presidio Ospedaliero Cardarelli quale struttura sanitaria deputata alla presa in carico e gestione dei casi Covid 19.
Tuttavia, il piano stilato da Toma e Florenzano individua proprio Neuromed e Gemelli Molise quali strutture idonee ad accogliere casi di Covid, prioritariamente rispetto alle strutture pubbliche del Vietri di Larino e del SS. Rosario di Venafro. Ospedali che dovrebbero invece essere funzionali solo nell’ultima eventuale fase dell’emergenza, ovvero dopo la saturazione degli altri presidi ospedalieri pubblici e delle due grandi strutture private accreditate. Quindi, non capiamo la logica di trasferire i 9 pazienti al Cardarelli, rischiando di saturarlo anzitempo, quando l’Istituto dovrebbe essere già pronto per la gestione dei casi di Covid 19. Se tutto era stato approntato, come più volte rimarcato dai vertici regionali e sanitari, non è chiara la ragione per la quale il Neuromed volesse trasferire a Campobasso i suoi stessi pazienti positivi.
Da indiscrezioni di stampa (le comunicazioni ufficiali giungono a singhiozzi) apprendiamo che, valutata rischiosa la richiesta di trasferimento dei 9 casi positivi, la strategia del Piano d’azione starebbe cambiando radicalmente, trasformando il Neuromed in centro Covid da subito. Probabilmente sarebbero trasferiti i pazienti ordinari presso altre strutture, come il Ss. Rosario di Venafro.
A questo punto, nella confusione totale sui dati, con una comunicazione carente da parte delle autorità preposte e con un piano di gestione dell’emergenza che inizia a mostrare le prime crepe, chiediamo che: non si accolga la richiesta di trasferimento e non si cedano compiti così delicati, come la gestione dei casi Covid, ad un privato che ha già dimostrato di essere in affanno. La scelta sarebbe poi rischiosa, non potendo essere certi nell’immediato che i casi positivi siano solo i 9 già accertati: si rischierebbe di trasformare un focolaio in centro Covid, un assurdo. Sarebbe invece necessario allestire subito, presso lo stesso Neuromed, un’ala dedicata all’isolamento dei soli 9 pazienti positivi. È quanto mai necessario che si proceda con urgenza al controllo di tutto il personale medico-sanitario e all’eventuale chiusura al pubblico dell’Istituto di Pozzilli, nonché alla sanificazione dello stesso.
Alla luce degli ultimi aggiornamenti, alcune riflessioni sono doverose: il Presidente Toma è ancora convinto che si possa rimandare il potenziamento della rete ospedaliera pubblica? Non crede invece, come ripetiamo da giorni, che sarebbe opportuno renderla sin da subito operativa nel fronteggiare l’emergenza? Ha ancora senso puntare in via preferenziale sul supporto degli istituti privati accreditati, che sono già in affanno con pazienti asintomatici?
Sia chiaro, in una fase di emergenza senza precedenti, come quella che viviamo, la sanità dev’essere tutta al servizio della collettività, pubblica o privata che sia. Riteniamo, ancora una volta, che valga la pena puntare sulla sanità pubblica, con risposte certe e immediate, per tutelare il sacrosanto diritto alla salute. Lo ribadiamo: sarebbe doveroso accelerare sulla via della piena operatività delle strutture di Larino, Venafro e Agnone, anche se i numeri in Molise dovessero restare contenuti. Adesso è davvero arrivato il momento di mettere la salute dei cittadini al centro: abbiamo un’intera popolazione da salvaguardare, con la speranza di poter offrire solidarietà alle altre regioni, in grave difficoltà.