Pratiche sportive nei fiumi e nei torrenti, la FIPSAS alza la voce. “Ottime per la promozione del territorio, ma occorre salvaguardare gli ecosistemi acquatici”.
Pratiche sportive nei fiumi e nei torrenti, la FIPSAS alza la voce. “Ottime per la promozione del territorio, ma occorre salvaguardare gli ecosistemi acquatici”.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA FIPSAS SEZIONE ISERNIA
Nell’ultimo periodo anche in Molise si sta assistendo all’espansione di una serie di discipline outdoor quali trekking, rafting, mtb, torrentismo (camminate nei torrenti) escursionismo a cavallo ed altro, attività favorite dalla conformazione dalla qualità e bellezza del nostro territorio.
Per adeguarsi ad una così forte domanda sono nate molte associazioni che operando su scala locale hanno costruito ognuna un proprio programma di attività, lavorando fattivamente al recupero o alla creazione di sentieri aree attrezzate o percorsi naturalistici seguendo la naturale vocazione del territorio.
La FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) in qualità di associazione di protezione ambientale riconosciuta a livello ministeriale, invita a porre l’attenzione su alcuni aspetti legati alle pratiche sportive nei fiumi e torrenti.
In modo particolare, le attività quali trekking acquatico e canyoning risultano molto impattanti per gli ecosistemi acquatici se condotte in maniera intensiva e nei periodi sbagliati.
I fiumi ed i torrenti sono i luoghi dove vivono e compiono i loro cicli riproduttivi i pesci gli anfibi ed innumerevoli specie di insetti. A tal proposito è importante sottolineare che i pesci del genere lampetra, presente nelle nostre acque con la specie Lampetra fluviatilis (specie questa di importantissimo interesse naturalistico a rischio critico di estinzione ed inserita in lista rossa IUCN) nonché tutti i pesci appartenenti alla famiglia dei ciprinidi (cavedani, barbi, alborelle, vaironi) si riproducono proprio nei mesi di Maggio e Giugno, tant’è che la L.R. n. 7 del 1998 (legge quadro sulla pesca in Molise) prevede il divieto assoluto di cattura di tali specie. Inutile sottolineare che l’incauto schiacciamento dei nidi comporterebbe danni ingenti alle uova ed anche agli avannotti appena nati e ancora presenti in sito.
Così come verrebbe danneggiata l’entomofauna acquatica, importante per essere alla base della catena alimentare di tutti gli ecosistemi acquatici. Di recente la letteratura scientifica ha anche portato alla luce alcuni effetti indiretti legati alla pratica del torrentismo e riguardanti l’introduzione accidentale di patogeni quali ad esempio i funghi killer “chitridi” letali per gli anfibi.
Queste considerazioni si vanno ad aggiungere ai ben noti problemi di inquinamento e diminuzione di portata causata dalle eccessive captazioni e dalla diminuzione delle precipitazioni quale conseguenza del cambiamento climatico, situazioni queste che accentuano qualsiasi fenomeno di disturbo verso gli ambienti acquatici, riducendo quella che è la capacità di autoregolazione degli stessi, dando luogo a pericolosi squilibri.
A tutela dell’ambiente e di tutti i portatori di interesse ci attiveremo per aprire un tavolo di lavoro utile ad arrivare all’ottenimento di una norma che vada a disciplinare tutte quelle attività outdoor potenzialmente impattanti.
Il paesaggio della nostra regione contraddistinto da ambienti eterogenei che vanno dal mare all’alta montagna, con laghi torrenti e fiumi sono un patrimonio naturalistico inestimabile di cui tutti hanno il diritto di godere ma anche il dovere di proteggere.