L’ennesima denuncia del problema ha trovato la pronta risposta dell’assessore regionale al ramo Cavaliere.
Un’emergenza straordinaria richiede interventi straordinari. Ne è convinta Coldiretti Molise che sul fronte dell’incontrollata proliferazione di cinghiali sul territorio non ha mai abbassato la guardia, continuando a lavorare incessantemente per individuare soluzioni atte alla risoluzione del problema. Questa ennesima denuncia di Coldiretti non è caduta nel vuoto. Infatti, mostrando sensibilità verso la grave emergenza in atto, l’Assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, ha deciso di autorizzare, interventi straordinari di Selecontrollo, da effettuarsi nelle aree dove maggiore è la presenza di cinghiali, al fine di effettuare una incisiva operazione di contenimento della specie. A tal proposito negli scorsi giorni il Direttore di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, in una specifica missiva inviata all’Assessore all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, al Direttore del Dipartimento II della Regione, Massimo Pillarella, e all’Osservatorio Faunistico-Venatorio della Regione, aveva evidenziato gli “… enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con, in primo piano, i cinghiali che continuano a distruggere le coltivazioni, attaccano le persone e causano gravi incidenti stradali”. Danni, precisava Ascolese, a causa dei quali “molti agricoltori hanno rinunciato a seminare, dopo che negli anni hanno dovuto subire la distruzione di strutture e produzioni”.
Scendendo più nello specifico del problema, Ascolese spiegava che “nel caso di aziende zootecniche, ad esempio, i branchi di ungulati rilasciano sull’intera superficie di terreno i loro escrementi rendendo inutilizzabile tutta la produzione di foraggio e a ciò si aggiungono anche le spese straordinarie per il ripristino del terreno. Per questo – riferiva Ascolese nella sua missiva - è necessario procedere con un intervento di Selecontrollo in aggiunta al prelievo venatorio in essere che, non essendo assolutamente sufficiente, va implementato nel corso di tutto l’anno. Queste misure possono essere messe in campo da molteplici soggetti, titolari di imprese agricole e coadiutori delle stesse, che hanno aderito lo scorso anno ai corsi predisposti dalla nostra Organizzazione, d’intesa con la Regione Molise, conseguendo la specifica abilitazione. A tale scopo – suggerisce Ascolese - sarebbe inoltre opportuno investire l’Osservatorio Faunistico Venatorio regionale, affinché compia le dovute verifiche attraverso sopralluoghi in campo”. In Molise si è ormai venuta a creare una situazione insostenibile che sta causando l’abbandono di intere aree interne, con problemi sociali, economici ed ambientali. Per questo, non bastano gli annunci di provvedimenti normativi, che faciliterebbero gli interventi di prelievo sul territorio – continua Coldiretti – ma occorre utilizzare appieno gli strumenti che già esistono e, in casi particolari, attivare azioni giustificate dallo ‘stato di necessità’. Da tempo si segnalano incursioni di branchi di ungulati in specifiche aree del territorio regionale, ove la presenza di “aree protette”, fungono da vere e proprie nursery per l’incontrollato ripopolamento dei cinghiali.
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