Ambiente

Coldiretti Molise: l'Agricoltura ha bisogno di certezze auspicabile la mappatura delle aree idonee alla produzione di energia.

Pubblicato: 09-01-2025 - 100
Coldiretti Molise: l'Agricoltura ha bisogno di certezze auspicabile la mappatura delle aree idonee  alla produzione di energia. Ambiente

Coldiretti Molise: l'Agricoltura ha bisogno di certezze auspicabile la mappatura delle aree idonee alla produzione di energia.

Pubblicato: 09-01-2025 - 100


La nota di Coldiretti Molise

In Molise sarà ancora possibile praticare un’agricoltura di qualità, sostenibile e rispettosa dell’ambiente, per la produzione di cibi di eccellenza? A porsi la domanda è Coldiretti Molise che si chiede a che punto sia l’elaborazione della mappatura del territorio regionale per individuare le aree idonee e non idonee alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.



Il D.M. del 21 giugno 2024 sulla “Disciplina per l'individuazione di superfici e aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili”, fissava al 1° gennaio 2025 il termine ultimo entro quale le Regioni avrebbero dovuto indicare gli obiettivi energetici e i criteri, individuati dal Decreto stesso, definendo puntualmente le aree idonee e quelle non idonee; oltre a garantire il rispetto del divieto di installazione del fotovoltaico a terra in area agricola, così come già sancito dall’art. 5 del Decreto-Legge 15 maggio 2024 n. 63.

La domanda di Coldiretti sul futuro dell’agricoltura molisana appare quanto mai attuale considerando che la mappatura risulta fondamentale per valutare se vi sia la concreta possibilità di investire in produzioni di qualità ed eccellenza, grazie alla disponibilità di un’ambiente incontaminato di cui la regione è ricca, o se, al contrario, gli imprenditori agricoli saranno costretti a dover barcamenarsi tra la scelta di prediligere la produzione di energia anziché quella del cibo.



Come ormai noto il Molise produce, stando agli ultimi dati dell’Eurispes, circa il doppio dell’energia che consuma, ma nonostante ciò vi sono centinaia di richieste di autorizzazioni per la realizzazione di “parchi” (termine quanto mai fuorviante che tende ad associare questi mega impianti ad un paesaggio in armonia con la natura) eolici o fotovoltaici su terreni agricoli, avanzate da multinazionali che offrono cifre esorbitanti agli agricoltori per l’affitto dei terreni dove realizzarli. Circostanza, questa, che sta determinando anche distorsioni del mercato degli affitti e delle vendite con danni indiretti a moltissime aziende che, fra mille difficoltà, continuano a produrre, spesso anche sotto i costi di produzione, cibo di qualità, sano e genuino, per l’intera collettività.

Numerose sono state, negli anni, le iniziative messe in campo da Coldiretti in difesa dei terreni agricoli “minacciati”: fra le tante ricordiamo la petizione, promossa da Coldiretti Giovani Impresa, il movimento giovanile dell’Organizzazione nel 2021, denominata “Si all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo”, che ha consentito di sensibilizzare l’opinione pubblica verso il rischio dell’indiscriminato proliferare di tali impianti. In quell’occasione l’Organizzazione sostenne anche la costituzione nel Basso Molise, di ‘Comitato per la salvaguardia del territorio molisano’, al quale aderirono agricoltori e cittadini preoccupati dalle conseguenze che tali installazioni avrebbero provocato, limitando la coltivazione e deturpando definitivamente l’immagine dell’intera area. “Coldiretti – spiega il Presidente regionale, Claudio Papa - non è contro le rinnovabili ma al posto dei ‘mega parchi’ suggerisce l’utilizzo di impianti solari sui tetti e/o Agrivoltaici sollevati da terra che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, ottenendo una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio”.  Ma anche per tali impianti è necessario definire con precisione le aree, in modo da dare certezze agli imprenditori agricoli circa la destinazione del suolo, senza dover subire una sorta di “spada di Damocle”, considerato che l’agricoltura deve poter programmare gli interventi con una prospettiva temporale di lunga durata.



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