Il Parco Regionale dell’Olivo di Venafro lasciato senza finanziamenti anche quest’anno. L’ira del presidente Pesino e di tutti i consiglieri dell’ente verso la Regione Molise.
Il Parco Regionale dell’Olivo di Venafro lasciato senza finanziamenti anche quest’anno. L’ira del presidente Pesino e di tutti i consiglieri dell’ente verso la Regione Molise.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ENTE PARCO REGIONALE STORICO AGRICOLO DELL’OLIVO DI VENAFRO
I consiglieri dell’Ente e tutti i collaboratori a vario titolo dello stesso, sono stufi di assistere a questa ridicola farsa, che vede l’unico Parco del Molise completamente abbandonato a se stesso, visto che non si trasferiscono all’Ente neanche le minime spettanze previste per il 2017, oltre a quelle, addirittura, del 2015, che causano sovraesposizioni economiche del Consiglio direttivo nei confronti di fornitori e prestatori d’opera che attendono di essere retribuiti. Un bilancio attuale ridotto ai minimi termini, del quale solo l’Istituto tesoriere chiederà 7000 € per la gestione del conto, visto che grazie a recenti e deleterie norme, nessuno vuole tenere la contabilità degli enti e dei comuni piccoli, che vige, pertanto, in perenne regime di proroga. Eppure il bilancio era tutto improntato oltre che sulla promozione, su specifici interventi sul territorio, come la ricostituzione di alcuni oliveti danneggiati dall’ultimo incendio e di terrazzamenti, sulla seconda edizione del premio dei migliori oliveti e sulla partecipazione a bandi europei transfrontalieri sulla valorizzazione turistica degli oliveti secolari. Fatto sta che l’Ente abbandonerà anche la propria sede di Palazzo della Congrega di proprietà dello IACP. In due anni non si è riusciti a risolvere una questione apparentemente semplice, visto che lo IACP è un istituto che dipende dalla Regione e che il pagamento dei fitti restava una semplice partita di giro tra Enti regionali e Regione.
Allo stesso modo non si è riusciti, in questa legislatura, a riclassificare il finanziamento regionale annuale, ritenuto di “investimento” e non di “gestione”, con tutto ciò che ne deriva per le difficoltà di erogazione dello stesso: in pratica si chiede al Consiglio direttivo di anticipare i fondi per il finanziamento del Parco, senza che peraltro vengano restituiti!
Ma è ormai chiaro che queste difficoltà non possono essere imputate solo alla burocrazia, ma sono un chiaro segno di disaffezione della Giunta regionale verso l’unico parco istituito dalla Regione Molise e quindi per tutto ciò che esso rappresenta in termini di promozione del territorio.
L’Associazione Nazionale Città dell’Olio, il Comune di Venafro e il Parco sono state costrette a segnalare, attraverso il Dossier di candidatura per la rete rurale prodotto dall’Università di Firenze – GESAAF, al Ministero delle Politiche Agricole - Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali e dello Sviluppo Rurale - l’ “Assenza di misure del PSR 2013-2020 specificamente rivolte a sostenere il paesaggio rurale storico; sebbene siano presenti alcune Misure potenzialmente interessanti per gli olivicoltori locali, quelle relative al restauro dei muri a secco vengono contemplate solo per le regioni montane.”
E’ un’ulteriore prova della mancanza di sensibilità per la tutela del paesaggio rurale storico di questa Regione. A decine di lettere inviate alla Giunta regionale, non è seguita alcuna determinazione. Possiamo intuire a questo punto che l’attività del Consigliere regionale Massimiliano Scarabeo, finalizzata a tenere in vita l’Ente, grazie a continue battaglie, anno dopo anno, per reperire i fondi per la sussistenza del Parco, crei problemi di natura politica. O questo Parco deve pagare il fatto di essere nato grazie ad una Giunta di diverso colore politico? Credevamo che contrasti di questa natura dovessero rimanere al di fuori di certi contesti. Ma alla prova dei fatti non è così.
Non possiamo accettare il totale disinteresse verso una realtà che si dimostra dinamica e che stimola un interesse sempre maggiore in ambito nazionale. Lo dimostrano i rapporti e i progetti con organismi prestigiosi, ma anche il traino esercitato verso una nuova e finalmente sana cultura del territorio, che sta spingendo molti, pur tra mille difficoltà, a ripiantare olivi e a puntare sulle produzioni che coniugano la storia dell’olivicoltura alla qualità. Oggi, realtà come la Rete rurale nazionale, il Mipaaf, l’Associazione Nazionale Città dell’Olio, promuovono il Parco, mentre la Regione non ci ha chiesto neanche una brochure per la partecipazione alla BIT di Milano! Con la recente Delibera n. 19/2017, si è data la disponibilità a continuare l’impegno del C.D., solo a favore di un ente più snello, con una gestione semplicistica, senza sovrastrutture imposte dalla normativa vigente, senza neanche più consigli direttivi, o in alternativa, come sarebbe normale, è stato chiesto il finanziamento certo dell’attuale legge. Attendiamo risposte!