Il 16 febbraio i presidenti delle Province Italiane si riuniranno in assemblea a Roma.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA LORENZO COIA.
ISERNIA.“Il Governo ci dica con chiarezza se intende o meno emanare un decreto legge per risolvere la drammatica situazione di stallo e di emergenza che ormai riguarda tutte le Province e le Città metropolitane. Abbiamo i bilanci bloccati, non sappiamo più come garantire i servizi e assicurare la sicurezza dei nostri cittadini”.
Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Achille Variati, intervenendo alla riunione della Conferenza Unificata, la sede istituzionale di confronto tra Governo, Regioni, Province e Comuni, che oggi era chiamata a dare un parere sul decreto ministeriale che dovrebbe ripartire i 969 milioni di fondi stanziati dalla Legge di Bilancio 2017 per gli enti locali. Decreto che però è stato rinviato, su richiesta del Governo.
“Il ritardo sul riparto di questo fondo che servirà ad annullare il taglio di 650 milioni per il 2017 previsto per le Province – ha detto Variati ai Ministri e Sottosegretari presenti - ci crea qualche preoccupazione, ma il Governo sa bene che non è questo il nostro problema.
Cancellare il taglio 2017 è indispensabile, ma da solo non basta per rimettere in sesto le finanze di questi enti: nessuna Provincia è in grado di fare i bilanci.
Sono settimane che chiediamo un decreto legge che stanzi tra i 400 e i 600 milioni per assicurare la manutenzione ordinaria delle 5100 scuole superiori statali e dei 130 mila chilometri di strade provinciali, e che ci assicuri norme per organizzare il personale e chiudere i bilanci di previsione. Il Governo intende fare, e quando, questo decreto per dare soluzione a queste emergenze?” Il Presidente Variati ha poi annunciato una Assemblea dei Presidenti di Provincia per giovedì 16 febbraio a Roma “A cui – ha detto – spero davvero vorranno prendere parte anche i Sindaci delle Città metropolitane. Se non avremo risposte dal Governo per quella data, non potremo che decidere tutti insieme iniziative eclatanti per far comprendere ai cittadini come le risorse che noi chiediamo non servano a noi, che da amministratori provinciali non prendiamo un solo euro, ma per assicurare loro quei servizi cui hanno pieno diritto”.